Dopo ventuno mesi di guerra, con i fronti militari congelati, si rincorre una domanda che è un tabù per Ucraina e alleati occidentali: e se perdesse la guerra contro la Russia? Questo scenario è ancora lontano, ma soffiano i venti neri della politica e della diplomazia su Kiev, dove peraltro non arrivano buone notizie sulla controffensiva. Chi pensava che crisi sociali e politiche avrebbero scosso il Cremlino e portato l’esercito russo al collasso nel breve termine è stato smentito. “Gli europei hanno sottovalutato le capacità militari dei russi“, dichiara Alyona Getmanchuk, direttore del think tank New Europe Center di Kiev, a Le Figaro. La Russia ha dimostrato ancora una volta di possedere una straordinaria resilienza e dimostrato capacità di adattamento in ambito militare, modificando tattiche per adeguarsi a quelle dell’avversario e usando sempre più droni. Inoltre, l’industria degli armamenti serve incessantemente l’economia di guerra.
Il crollo economico auspicato dall’Occidente non si è verificato: Mosca è riuscita ad aggirare le sanzioni anche grazie al sostegno dei suoi alleati. Non c’è stato neppure l’isolamento annunciato dall’Occidente, visto che i cosiddetti Paesi del Sud globale hanno dimostrato il loro sostegno o almeno la loro benevola neutralità nei confronti del Cremlino. “Stiamo tenendo il terreno, non stiamo perdendo, ma non stiamo vincendo“, dichiara un ex alto funzionario ucraino. C’è poi la guerra in Medio Oriente. “Siamo impegnati in una competizione con Israele per le munizioni americane. E sarà ancora peggio quando arriveranno i bombardieri F16 americani, perché gli israeliani ne hanno altrettanti e non è detto che gli Stati Uniti abbiano il budget per fornire munizioni sufficienti per entrambi i Paesi. Il tempo è contro di noi“, spiega Pavlo Klimkin, ex ministro degli Esteri ucraino.
GUERRA IN UCRAINA, RUSSIA FISSA LA “DATA DI SCADENZA”
Il presidente russo Vladimir Putin può contare sul sostegno anche dell’élite e ha in pugno la rielezione in primavera. “La questione ucraina sarà risolta sul campo di battaglia. Non negozieremo. Si profila una sconfitta militare dell’Ucraina. Dovrebbe avvenire da qui a maggio“, afferma uno dei loro rappresentanti. Il loro ottimismo è legato anche alla carenza di truppe in Ucraina, alla “stanchezza” di europei e americani, ma anche alla possibile sconfitta di Joe Biden alle elezioni presidenziali Usa del 2024. “Donald Trump non è un partner facile, ma troveremo un accordo con lui“. Bisogna, quindi, pensare ad un piano B: ad esempio, l’ingresso nella Nato senza l’articolo 5, provando a recuperare i territori occupati attraverso la diplomazia. “Dobbiamo essere ambiziosi ma anche realistici. Non abbiamo più uno scenario positivo al 100%. Ma l’Occidente ha una strategia per l’Ucraina?“, si chiede un funzionario ucraino.
L’Europa deve svegliarsi, anche perché una sconfitta dell’Ucraina dovuta alla mancanza di mobilitazione da parte dell’Occidente avrebbe conseguenze di vasta portata. In primis, incoraggerebbe il Cremlino a perseguire il suo progetto imperialista nelle altre ex repubbliche dell’URSS. Inoltre, indebolirebbe il campo delle democrazie occidentali, sfidato dal campo delle autocrazie guidate da Vladimir Putin e Xi Jinping, distruggendone i valori e i principi. “Se gli Stati Uniti si arrendono in Ucraina, saranno provocati allo stesso modo dalla Cina. E se l’Europa lascia che questo accada, sarà la morte del suo progetto“, l’avvertimento di un funzionario francese.
LE TENSIONI TRA ZELENSKY E ZALOUJNY
In questo quadro così complesso si aggiungono le crepe nella “sacra unione” attorno a Volodymyr Zelensky. Si parla di tensioni, infatti, tra il comandante delle forze armate ucraine, Valeri Zaloujny, e il presidente ucraino. Diverse fonti politiche e analisti intervistati da Le Figaro ritengono che Zelensky non apprezzi molto la popolarità del comandante. Essendo un militare, Zaloujny parla dei problemi sul campo di battaglia perché non è percepito come un politico dall’opinione pubblica ucraina. Secondo Zaloujny, è necessaria una svolta tecnologica per sfondare le fortificazioni erette dalla Russia, che ha la superiorità numerica in termini di uomini e armi. Ma alcuni analisti ritengono che la presidenza ucraina veda Valeri Zaloujny come un potenziale rivale, anche se non ha mai espresso alcun interesse per la politica. Il militare ha conquistato sia i critici che i sostenitori di Zelensky, che soffre di un logorio del suo potere che è abbastanza classico nelle democrazie, ma il presidente ucraino resta popolare. Infatti, il Capo dello Stato gode ancora della fiducia del 70%-90% degli intervistati secondo i sondaggi.