Secondo un singolare allarme lanciato dal quotidiano francese Le Parisien, i beluga potrebbero essere utilizzati dalla Russia come spie, al fine di controllare i mari, le coste e proteggere dagli eventuali attacchi esterni le imbarcazioni e i sottomarini. Non si tratta, propriamente, di una questione nuova, perché era già particolarmente noto che i sovietici, durante il periodo dell’URSS, usassero i grossi cetacei marini intelligenti come strategia difensiva attorno alle loro basi. Ora, però, si fa una gran parlare attorno alla storia di Hvaldimir, un beluga avvistato sulle coste norvegesi nel 2019 e che, osservato da vicino, avrebbe dimostrato dei comportamenti sospetti per la sua specie.



Perché la Russia dovrebbe addestrare i beluga

Hvaldimir, il beluga avvistato in Norvegia, quando venne osservato la prima volta nel 2019 indossava una pettorina con scritto “Equipaggiamento di San Pietroburgo“, permettendo di definire come, effettivamente, fosse in qualche modo scappato dalla Russia. Tuttavia, secondo i biologi marini che lo hanno studiato negli anni, alcuni suoi comportamenti avrebbero fatto supporre che potesse aver ricevuto un addestramento militare. Il cetaceo, infatti, era solito attaccare con ferocia le eliche delle navi, si posizionava a filo dell’acqua osservando l’ambiente e ha dimostrato un interesse insolito per gli umani.



Non vi è, effettivamente, nessuna prova che il beluga norvegese sia una spia della Russia, e da quando è stato osservato nel 2019 non ha concretamente fatto male a nessuno, né è mai tornato in patria. Tuttavia, a far sorgere i dubbi dei ricercatori sul fatto che potrebbe essere addestrato, sono stati esclusivamente i suoi comportamenti e la storia di Aydin, un suo simile osservato nel 1991 al quale erano stati limati i denti perché riuscisse a catturare facilmente oggetti ed esseri umani. D’altronde durante il periodo complesso dell’URSS era consuetudine utilizzare gli animali marini come protezione. Il loro addestramento comprendeva, per esempio, l’insegnamento ad attaccare le navi per distruggerle (tramite la distruzione delle eliche), oppure a trasportare ed incollare sulle imbarcazioni esplosivi controllati a distanza. Ancora, beluga, delfini e foche venivano muniti di telecamere, con le quali registravano l’ambiente circostante.

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