La Russia sta affrontando le sanzioni economiche imposte dall’Europa e dagli Usa, investendo sempre di più in valuta cinese. Come analizza un articolo del Financial Times, dopo il congelamento dei beni monetari internazionali pari a 300 miliardi di dollari, la scelta obbligata di Vladimir Putin è ricaduta sul renminbi, anche detto yuan. Il repentino passaggio dal dollaro alla valuta cinese però non è esente da rischi. Fino ad un anno fa infatti questa moneta era utilizzata in Russia solo da chi effettuava scambi commerciali con la Cina. Mentre adesso Mosca è tra i primi quattro che utilizzano di più lo yuan. Il dollaro e l’euro, prevalentemente usati prima della guerra per le transazioni, sono scesi all’1%, ed il renminbi è salito fino al 60% dei pagamenti utilizzati per l’acquisto di beni da importazione.
Ora anche le banche russe presenti all’estero, soprattutto in America Latina e in Asia, stanno offrendo investimenti in depositi monetari prevalentemente in yuan. Attirando le persone con tassi di interesse più elevati rispetto al dollaro e nomi appositamente “esotici” delle operazioni come “Crescent Moon” o “Silky Way“.
Russia investe in valuta cinese, economisti avvertono: “Rischi sono alti”
Victoria Shergina, una consulente finanziaria che ha più di 800mila followers su Instagram, ha dichiarato al Financial Times che in realtà in Russia gli investimenti in valuta cinese si sono intensificati già poco prima della guerra. Quando il rublo era improvvisamente tornato forte sul mercato, le persone si chiedevano se fosse il caso di scambiare i loro depositi in euro e dollaro.
Ed in quel momento è subentrata la valuta cinese come alternativa. Visti poi i repentini cambiamenti della situazione internazionale dopo l’inizio del conflitto in Ucraina e le relative sanzioni contro Putin, alla Banca Centrale russa non è rimasta altra scelta che continuare a mantenere le riserve in yuan. L’esperta di economia russa Alexandra Prokopenko conclude che “i nuovi investimenti obbligati in valuta cinese sono stati il più grande regalo che Putin potesse fare a Xi Jinping“. Vero infatti che non c’era scelte per le riserve di liquidità ma il rischio è che il monopolio dello yuan potrebbe svalutare improvvisamente da un giorno all’altro, come è già successo in passato. In questo modo verrebbero bruciati “miliardi di investimenti“.