PERCHÈ LA RUSSIA HA ATTACCATO IL MINISTRO GUERINI

Se si escludono gli Stati Uniti, il Paese più pesantemente attaccato dalla diplomazia della Russia dall’inizio della guerra in Ucraina è stato l’Italia: la giornata di sabato, con l’attacco prima al nostro Governo e poi in maniera specifica al Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, rappresenta il punto di massima distanza geopolitica tra Mosca e Roma.



Prima la minaccia di «conseguenze irreversibili» qualora l’Italia continui nel pacchetto di sanzioni a Mosca, poi l’attacco diretto al Ministro in quota Pd, «un falco ispiratore della campagna anti-russa nel Governo italiano», il tutto condito dall’aver rinfacciato all’Italia gli aiuti mandati dalla Russia nel marzo 2020 in piena emergenza Covid. Le parole di Alexei Paramonov, direttore del Dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, hanno scosso la comunità internazionale ieri, scoprendo come uno dei punti forse di massima alleanza geopolitica in Europa pur negli ultimi anni convulsi di sanzioni varie – l’Italia, per l’appunto – viene ora considerata quasi ala stregua degli Usa. Sono principalmente 3 le ragioni per cui ieri è giunta la durissima “fatwa” da Mosca contro il nostro Paese: con la Germania, l’Italia è certamente il Paese con maggiore dipendenza dal gas russo e quindi di conseguenza maggiormente “ricattabili” in regime di forti sanzioni contro il Cremlino. Per questo motivo, l’Italia sta cercando – più attivamente di altri – di trovare risorse alternative per non dipendere più dalla Russia; da ultimo, Roma è il Governo che sequestrato più beni e risorse agli oligarchi russi in tutta Europa.



RUSSIA VS ITALIA: LE POSSIBILI CONSEGUENZE

Le passate alleanze e affinità tra M5s, Lega e Cremlino avevano probabilmente fatto sperare alla Russia di avere nell’Italia un partner meno “duro” rispetto alle conseguenze sul conflitto in Ucraina: questo non è però avvenuto e questo spiega anche perché il tavolo delle “trattative” – finora comunque senza risultati – sia tenuto in Europa da Macron e Scholz e non da Mario Draghi. L’attacco a Guerini rappresenta un’evoluzione del forte raffreddamento dei rapporti probabilmente con conseguenze geopolitiche difficilmente risolvibili nel breve: come riporta oggi l’editoriale a firma Antonio Fanna sul “Sussidiario”, il rischio per il nostro Paese è l’ulteriore isolamento, «Più l’Italia si manifesta atlantista, anzi iperatlantista, più sente le pressioni di chi vorrebbe farla cedere. Il doppio attacco arrivato ieri da Mosca è diretto a colpire proprio questa fragilità […]. Qui il Cremlino lascia intendere due cose: che ormai Roma si fa dettare l’agenda di politica estera da Parigi e che, tuttavia, la compattezza dell’Ue e della Nato potrebbe essere incrinata proprio dalla debolezza italiana». Nettissima ieri è stata la replica di Palazzo Chigi nelle parole di Mario Draghi in persona: «Il paragone tra l’invasione dell’Ucraina e la crisi pandemica in Italia è particolarmente odioso e inaccettabile. Non diamo peso alla propaganda. Incoraggiamo invece ogni passo politico e diplomatico che metta fine alle sofferenze del popolo ucraino. L’Italia è a fianco dell’Ucraina e continuerà ad esserlo». Oltre ai rapporti geopolitici, l’Italia rischia ora molto sul fronte del gas e pure per il commercio agro-alimentare oltre che per le materie prime; di contro, Mosca teme nuove sanzioni che potrebbero indebolirla ancora di più e lancia così attacchi e minacce ai Paesi coi quali ha più rapporti, per l’appunto l’Italia oltre alla Germania. La guerra nella guerra, un “film” purtroppo che siamo sempre più abituati a vedere in questo complicatissimo scenario internazionale “post” invasione dell’Ucraina.

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