All’indomani dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo l’istituto di ricerche Demetra ha realizzato un sondaggio nazionale sulla decisione del sindaco di Milano e del sovrintendente al Teatro alla Scala Dominique Meyer di escludere il maestro russo Valery Gergiev dalla direzione dell’opera La dama di picche, prevista per il 5 marzo 2022, poiché questi si rifiutava di prendere posizione contro l’invasione ucraina da parte della Russia.



Fu interpellato un campione di 600 rispondenti con metodologia Cawi (Computer assisted web interviewing) stratificato per genere, età e titolo di studio. La domanda con la quale ci si proponeva di misurare il consenso all’iniziativa del Comune di Milano e del sovrintendente di escludere Gergiev dalla direzione dell’opera era la seguente: “Subito dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia un episodio ha riguardato il Teatro alla Scala di Milano. Il famoso direttore russo Valery Gergiev, amico personale di Putin, era impegnato con le repliche de La dama di picche di Ciaikovskij, in programmazione in questi giorni. Sia il sindaco di Milano Sala, sia lo stesso Teatro alla Scala hanno però chiesto a Gergiev una dichiarazione di presa di distanza dall’attacco armato nei confronti dell’Ucraina, pena la sospensione dell’incarico a dirigere l’opera. Il direttore non ha fatto nessuna dichiarazione – anzi ha ribadito la propria stima per Putin – e così La Scala ha deciso di rinunciare alla sua collaborazione. Secondo lei è stato giusto allontanare il direttore Gergiev a causa del suo rifiuto di prendere una posizione di distanza da Putin?” Le possibili risposte erano SI/NO/NON SO.



La presenza dei ripetuti riferimenti a Putin e l’evidenziazione del legame personale con Gergiev sembrò introdurre un elemento di giudizio che rischiava di alterare la stima del consenso sulla decisione delle autorità di sanzionare la mancata presa di posizione del maestro russo. È stata, pertanto, sottoposta una domanda priva dei riferimenti a Putin (evidenziati in corsivo nel testo) a un campione omogeneo e con la medesima metodologia.

La distribuzione percentuale dei rispondenti alle due formulazioni della domanda è riportata nella Figura 1. Possiamo osservare una differenza di ben 11 punti percentuali nel consenso alle due domande, con il 67% dei rispondenti in accordo con la decisione di escludere Gergiev dalla direzione dell’opera se la domanda presenta riferimenti a Putin e il 56,1% di accordo per la domanda formulata senza tali riferimenti. Quindi, la presenza nel testo del presidente della Federazione Russa ha trainato verso l’alto i consensi sulla decisione delle autorità della Scala di Milano.



Che la presenza di Putin sia da considerarsi o meno di disturbo circa la precisione del dato rilevato è una questione metodologica. Infatti, l’introduzione nella formulazione della domanda di concetti che caricano la domanda di significati ulteriori rispetto al semplice oggetto della rilevazione induce scostamenti rilevanti nelle risposte rispetto alla domanda “asciutta”.

Da un punto di vista metodologico, lo scostamento consegue al fatto che la domanda non rileva più un unico concetto, bensì una pluralità di concetti che, nel nostro caso, sono il consenso intorno all’iniziativa e il consenso intorno alla figura del leader russo Putin. Una prima accortezza in sede di impostazione del questionario di rilevazione dovrebbe quindi essere quella di espungere dal testo ogni alterità di senso rispetto al corredo semantico dell’oggetto su cui si investiga. Rimanendo all’esempio, possiamo definire pertinenti tutti i riferimenti agli attori della decisione, e quindi il sindaco di Milano, il sovrintendente alla Scala e il direttore d’orchestra. Non pertinenti i riferimenti all’amicizia di Gergiev con il presidente russo, pena il riverbero emotivo dei rispondenti nei confronti di quest’ultimo.

Figura 1: Distribuzione percentuale delle risposte a versioni diverse del questionario (versione A senza Putin, Versione B con Putin).

L’analisi dei risultati a partire dall’incrocio con alcune variabili socio-demografiche mostra, allo stesso modo che per i dati generali, delle differenze significative tra quanti si mostrano d’accordo con la decisione di escludere dalla direzione il direttore Gergiev nel caso in cui venga citato Putin e nel caso in cui questa citazione sia assente. Nell’incrocio con la classe di età (Figura 2), la differenza è più marcata con la classe 45-54 anni rispetto a quella 25-34, che sono peraltro le due classi con scostamenti più rilevanti rispetto alla media dei rispondenti. Ma la differenza più significativa è quella rispetto al genere (Figura 3), dove i maschi mostrano una differenza di 6 punti percentuali, mentre le donne di ben 16 punti percentuali. Ciò porta ad affermare che le donne sono più sensibili alla variazione nel testo.

Figura 2: Differenze della percentuale di ‘Sì’ tra la versione A (senza Putin) e la versione B (con Putin), per classi d’età. Le stelline indicano le classi per cui la differenza di ‘Sì’ è Significativa

Figura 3: Differenze della percentuale di ‘Sì’ tra la versione A e la versione B, per genere. La stellina indica il genere per cui la differenza di ‘Sì’ è significativa

Interessante è la relazione con il titolo di studio (Figura 4) per il quale osserviamo una relazione inversa tra differenza nel consenso tra le due versioni e scolarità: quanto più alto è il titolo di studio, tanto minore è lo scostamento tra il consenso alle due versioni, con i diplomi di scuola superiore sopra la media generale e i post laurea molto al di sotto. Va detto che la numerosità assoluta di casi in possesso di diplomi post-laurea non è tale da consentire speculazioni di sorta, ma la tendenza è comunque evidente anche nel passaggio dai diplomi alle lauree.

Figura 4: Differenze della percentuale di ‘Sì’ tra la versione A e la versione B, per titolo di studio. Le stelline indicano i titoli per cui la differenza di ‘Sì’ è significativa.

Infine, si osservano notevoli le differenze in relazione all’appartenenza partitica (Figura 5), con gli elettori del Pd sostanzialmente indifferenti alle due versioni della domanda e gli elettori di Fratelli d’Italia con una differenza pari addirittura al 25%, oltre 14 punti percentuali sopra la media generale.

Figura 5: Differenze della percentuale di ‘Sì’ tra la versione A e la versione B, per intenzione di voto. La stellina indica il partito per cui la differenza di ‘Sì’ è significativa

In conclusione, nel formulare un questionario, l’uso di una terminologia appropriata e di riferimenti pertinenti al contesto oggettivo della rilevazione, per quanto questo non risulti sempre di facile definizione, è quanto mai raccomandata se si vogliono ottenere stime accurate di un fenomeno. Spesso, le differenze che si osservano tra esiti dei sondaggi, sono … una questione di parole!

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