La sicurezza della Moldavia è a rischio e la presidente Maia Sandu è preoccupata, anche perché ci sono stati diversi tentativi da parte della Russia di rovesciare il governo del suo Paese, ex repubblica sovietica. Ne parla alla Presse, senza escludere che il suo Paese possa essere la prossima vittima dell’aggressione di Vladimir Putin. “Oggi la Moldavia è al sicuro grazie al coraggio del popolo ucraino. Se l’Ucraina non avesse fermato l’esercito russo, i soldati russi non si sarebbero fermati al confine con la Moldavia“, afferma nell’intervista. A proposito del piano russo, Sandu spiega: “Putin vuole ripristinare l’Unione Sovietica. Noi non vogliamo questo. Vogliamo essere un Paese libero e democratico. Il nostro popolo dovrebbe decidere il proprio destino. Purtroppo, il pericolo russo si è dimostrato reale“. La stessa presidente della Moldavia ammette di aver sottovalutato il rischio: “Fino all’inizio dell’invasione russa, anch’io non potevo credere che ci sarebbe stata davvero una guerra. Sembrava troppo assurdo: una guerra in Europa nel XXI secolo. Ora dobbiamo affrontare la realtà e lavorare insieme per aiutare l’Ucraina a vincere la guerra, a riconquistare i suoi territori e a stabilire la pace“.
Ma la Moldavia, in caso di attacco, non può seguire le orme dell’Ucraina, in primis per le sue dimensioni. “Stiamo rafforzando la nostra difesa, ma non possiamo fare miracoli“. C’è poi la questione della neutralità: “È sancita dalla nostra Costituzione. E la maggioranza della popolazione crede ancora che la Moldavia debba rimanere neutrale. Tuttavia, nella nostra società si è iniziato a discutere seriamente se la neutralità possa davvero aiutarci. Perché la Russia non ha rispettato la nostra neutralità per molti anni. Ha stazionato illegalmente delle truppe in Transnistria e controlla de facto la nostra regione separatista. E in Ucraina abbiamo la prova che la Russia non rispetta la sovranità e l’integrità territoriale di altri Stati“, chiarisce Maia Sandu.
I TENTATIVI RUSSI DI ROVESCIARE GOVERNO MOLDAVIA
Pur essendo preoccupata per la sicurezza della Moldavia, la presidente Maia Sandu non intende sbilanciarsi su un’eventuale processo di adesione alla Nato. “Dovrebbe essere decisa dal popolo. Se ci sarà una maggioranza a favore dell’adesione alla Nato, la discussione sarà diversa“. Nell’intervista alla Presse ribadisce che il suo Paese “ha bisogno di maggiore sicurezza“, motivo per il quale sta facendo “tutto il possibile anche a livello diplomatico per rafforzare il nostro sistema di difesa nelle condizioni attuali“. D’altra parte, lascia la parola al popolo, trattandosi di uno Stato democratico. Nel frattempo, la Russia fa di tutto per rovesciare il suo governo, sostenendo di avere le prove di ciò.
“Ha cercato in molti modi di minare il nostro governo. Alla Russia non piace che la Moldavia abbia un governo pro-europeo e democratico. All’inizio, la Russia ha cercato di usare l’energia come arma. Un anno fa, la Moldavia dipendeva totalmente dal gas russo. Oggi la Moldavia – ad eccezione della Transnistria – non consuma più gas russo. Quando i russi hanno visto che non potevano ricattarci con il gas, hanno cercato di rovesciare il nostro governo con violente proteste – contro gli aumenti dei prezzi dell’energia di cui loro stessi erano responsabili“. Dunque, per Sandu sarebbe stata la Russia a inscenare le proteste. “Ne ho parlato pubblicamente a febbraio, affinché la gente sapesse chi c’era dietro queste proteste violente. La Russia ha fallito. Ora la Russia sostiene gruppi corrotti che si fanno chiamare partiti. La Corte Costituzionale ha recentemente bandito uno di questi partiti“.
LA PROPAGANDA RUSSA IN MOLDAVIA
Il riferimento della presidente della Moldavia è al partito di Ilan Shor, che ora è in esilio in Israele. “La Russia sta anche cercando di comprare voti alle elezioni attraverso altri partiti per danneggiare la democrazia in Moldavia. Inoltre, utilizza la disinformazione e la propaganda“, afferma Maia Sandu alla Presse. A tal proposito, ricorda che c’è una fetta di popolazione vulnerabile a tutto questo. “Secondo i sondaggi, circa il 30% della popolazione è altamente esposto alla propaganda russa. Stiamo agendo contro di essa. Ma non è facile. Perché siamo impegnati nella libertà di stampa“. D’altra parte, non appare proprio democratico bandire un partito, ma la presidente moldava si difende: “La decisione è stata presa dalla Corte Costituzionale. Non è un gioco politico. Ci sono prove concrete che i sostenitori di questo partito, che sono stati sanzionati dall’UE, dagli Stati Uniti e dal Canada, hanno collaborato con la Russia contro gli interessi della Moldavia“.
Per quanto riguarda la sicurezza personale, Sandu non si espone: “Quando sono entrato in politica, ho accettato tutti i rischi connessi. Non voglio parlarne. Ho la mia squadra di sicurezza e continuerò a lottare per il mio Paese indipendentemente dalle minacce esterne“. Nel frattempo, lavora per far entrare la Moldavia nella famiglia europea. L’auspicio è di avviare i negoziati di adesione all’Ue all’inizio del prossimo anno. “Stiamo lavorando sodo sulle nove condizioni poste dalla Commissione europea. La loro valutazione iniziale è stata positiva“.
IL SOGNO EUROPEO DELLA MOLDAVIA
Per Maia Sandu l’adesione della Moldavia, che ha ottenuto lo status di candidato all’Ue, è realistica: “Vogliamo essere pronti per l’adesione entro la fine del decennio“. Si tratta di una sfida importante, una missione per la presidente. “Fin dalla nostra indipendenza abbiamo sognato l’adesione all’Ue per migliorare il nostro standard di vita e i processi democratici. Dopo la guerra in Ucraina, l’integrazione nell’Ue è diventata ancora più importante per noi: l’Ue è l’unico modo per sopravvivere come democrazia. La Russia continuerà a essere una delle principali fonti di instabilità nella regione per molti anni a venire e rappresenterà un grande rischio per noi se la Moldavia rimarrà da sola. La Moldavia vuole rimanere parte del mondo libero“, spiega alla Presse.
Per quanto riguarda la Russia, la rivolta di Prigozhin per Sandu è la prova di quanto sia “caotica la situazione“, ma ritiene ci sia solo una strada per la pace. “Non si possono avere discussioni serie o colloqui di pace con un regime del genere. Non ci si può fidare di un regime del genere. L’unica via sostenibile per la pace è aiutare l’Ucraina a vincere la guerra e ad ammettere l’Ucraina nella Nato. Perché altrimenti la Russia cercherà di nuovo di intervenire negli Stati vicini, indipendentemente dal fatto che l’uomo al Cremlino si chiami Putin, Prigozhin o altro“. Quando le viene chiesto cosa voglia dire vittoria per l’Ucraina, la presidente moldava chiarisce: “Il recupero di tutti i suoi territori“. Infine, nega di aver mai incontrato il presidente russo Vladimir Putin: “E non ho nulla da discutere con un regime che non rispetta la sovranità e l’integrità degli altri Stati“.