Il presidente del comitato di Difesa della Duma in Russia, Andrey Kartapolov, ha annunciato ufficialmente l’esclusione del gruppo paramilitare di mercenari Wagner dalla “missione speciale” in Ucraina. La decisione, ovviamente, fa eco ai tumulti che sono scoppiati sabato, quando il fondatore del gruppo militare, Yevgeny Prigozhin, aveva iniziato una personale marcia verso Mosca, con l’obiettivo di deporre parte dei collaboratori di Putin. La rivolta della Wagner ha sconvolto quello che sembrava essere l’ordine costituito in Russia, fatto di controllo delle informazioni e del consenso, oltre che di una diffusa sottostima della reale situazione in Ucraina, per la quale da oltre un anno non si utilizza il termine guerra, ma “operazione speciale“.
Russia: “Wagner non combatterà in Ucraina, dovevano firmare il contratto”
Insomma, la Russia, secondo quanto ha dichiarato ai media locali Andrey Kartapolov, ha deciso di estromettere la Wagner dalla guerra in Ucraina. “Pochi giorni prima del tentativo di ammutinamento”, ha spiegato, “il ministero della Difesa ha affermato che tutte le formazioni che svolgono compiti di combattimento devono firmare contratti con il ministero della Difesa. Tutti hanno iniziato ad attuare questa decisione, tranne il signor Prigozhin” che era già stato avvertito delle conseguenze di una mancata firma.
La Russia, infatti, aveva sottolineato al mercenario capo della Wagner che se non avesse firmato il Cremlino gli avrebbe revocato “finanziamenti e forniture“, escludendoli dalla “operazione militare speciale”. Secondo Kartapolov, infine, Prigozhin avrebbe commesso tradimento a causa delle sue “ambizioni esorbitanti” sul denaro, sottolineando anche il suo “stato eccitato” nei momenti del tentato golpe. Non è chiaro, ora, se ci saranno altre ripercussioni da parte della Russia per il leader della Wagner, che attualmente dovrebbe trovarsi in esilio in Bielorussia, ma che non appare in pubblico da sabato. Ai mercenari, aveva sottolineato Putin dopo la fine dell’ammutinamento, sarebbe stata data la possibilità di andare in Bielorussia, oppure di tornare dalle loro famiglie, o a qualsiasi attività desiderassero.