Torna d’attualità il caso relativo a Joseph Mifsud, l’accademico maltese che nel 2016 era stato coinvolto, assieme a George Papadopoulos (già consigliere della campagna presidenziale di Donald Trump negli USA), e poi accusato di collegamenti con la Russia di Vladimir Putin: infatti il quotidiano “La Stampa” torna proprio a quel 2016 quando il professore della Link Campus University ora scomparso che avrebbe scritto delle mail proprio a Papadopoulos promettendogli delle interviste con “il Giornale” e “Il Corriere della Sera” affinché potesse parlare dell’attività estera del nuovo inquilino della Casa Bianca. Se da una parte la tesi è che Mifsud volesse accreditarsi agli occhi di qualcuno sfruttando Trump e facendo anche il doppio gioco, dall’altra c’è chi come lo stesso ex consigliere presidenziale è convinto che tutto quell’affaire fosse una trappola orchestrata dai servizi segreti italiani ai danni dello stesso The Donald. Ma andiamo con ordine: a incuriosire di questa vicenda è perché Mifsud possa avere agito così e quale sia stato in questo caso il ruolo dell’Italia quando all’epoca il premier era ancora Matteo Renzi. Citando il rapporto presentato ieri dalla commissione Intelligence del Senato degli Stati Uniti, il quotidiano torna sulle presunte ingerenze russe nella campagna presidenziale che vide Trump battere a sorpresa Hillary Clinton.
RUSSIAGATE, ITALIA ‘CENTRALE’ NELL’OPERAZIONE LEGATA A MIFSUD?
Va ricordato che la suddetta commissione è a maggioranza repubblicana e per questo motivo il fatto che vengano dimostrate le influenze dell’attività del Cremlino non è un aspetto da sottovalutare: da qui a dimostrare la tesi madre di una collaborazione fra il presidente americano e quello russo ce ne passa ma certamente oramai sono acclarati i contatti a livello di intelligence e alcune operazioni ancora poco chiare. Ad ogni modo nel succitato rapporto si parla proprio di Michael Cohen, ex avvocato di Trump, e del suo viaggio in Italia, oltre che di un incontro avvenuto presso la Link Campus University capitolina fra Mifsud (uomo chiave del Russiagate, scomparso oramai da due anni) e Papadopulos in quel 2016. Secondo il rapporto, Mifsud avrebbe avuto legami coi servizi segreti russi e potrebbe essere stato un agente che lavorava proprio per Mosca. Insomma, un puzzle intricato che potrebbe vedere proprio l’Italia al centro di questo intrigo e perché abbia tentato di far accreditare presso i media italiani Papadopoulos. Il Bel Paese faceva parte di una strategia più ampia o ha avuto un ruolo centrale?