Il caso Russiagate al netto di quanto riferito – in audizione privata – dal Premier Conte al Copasir la scorsa settimana offre comunque diversi elementi ancora tutt’altro che risolti, con gli Usa seriamente impegnati a rincorrere quanti avrebbero ordito un presunto complotto ai danni di Donald Trump durante le Elezioni Presidenziali del 2016. L’ultima novità arriva da Dubai dove l’Adnkronos è riuscito a rintracciare Giulio Occhionero, accusato di massoneria illegale e arrestato il 9 gennaio del 2017 insieme alla sorella, e nel luglio dell’anno successivo condannato per accesso abusivo a sistemi informatici. Stando alle accuse i fratelli Occhionero avrebbero hackerato migliaia di account email istituzionali, compreso quello dell’ex premier Matteo Renzi, ma al momento in attesa delle condanne definitive il complesso piano di spy story è tutt’altro che definito, con i due protagonisti che si sono sempre dichiarati innocenti e che invece accusano i loro stessi accusatori per «fabbricazione di prove a nostro danno». Ecco, tra spionaggio, massoneria e complotti internazionali non potevano che essere loro le “pedine” rintracciate dai media per provare a capirne di più sul risvolto italiano del Russiagate: «sulle visite a Roma di Barr e Durham, a caccia del professore maltese Mifsud considerato figura chiave dell’intreccio internazionale, di cui ha recentemente riferito davanti al Copasir il Premier Conte è una ricostruzione che non mi ha convinto neanche un po’ e, anche se lo dico ormai da due anni, la gravità dei fatti non sembra smentirlo». Le posizioni di Giulio Occhionero vanno ovviamente prese con le misure, come spiega la stessa Adnkronos, anche se non possono che rilevare un interesse giornalistico su due casi – l’EyePyramid dei fratelli Occhionero e il Russiagate Trump-Renzi-Obama-Mifsud-Conte – dai contorni molto poco chiari all’opinione pubblica.
OCCHIONERO “L’ITALIA È COINVOLTA FIN DALL’INIZIO NEL RUSSIAGATE”
«Qualcuno – dice Occhionero all’Adn – sta mettendo a rischio la posizione internazionale dell’Italia per coprire gravissimi delitti che ha commesso verso il nostro principale alleato; delitti che sono anche gravissimi secondo il codice penale italiano. Tutti quelli che partecipano a questa copertura si macchiano di una enorme responsabilità verso il Paese». Secondo l’ingegnere nucleare condannato per cyberspionaggio (in primo grado, ndr) lui e la sorella Francesca Maria ritengono di essere rimasti vittime di un’operazione che aveva lo scopo di usare i suoi server in territorio Usa per far trovare all’Fbi elementi di collusione tra la campagna di Trump e Mosca. «Siamo stati condannati in primo grado e siamo in attesa di appello. Nelle memorie prodotte in giudizio abbiamo dimostrato che vi è stata una chiara fabbricazione della notizia di reato», rilancia ancora Occhionero nel colloquio con l’inviato di Adn, non credendo affatto alla narrazione sul Russiagate prodotto dal superprocuratore americano Robert Mueller. Il professore Joseph Mifsud ‘agganciò’ a Roma il consulente della Campagna Trump, George Papadopoulos (oggi tornato nelle cronache mondiali dopo il sexgate della deputata dem Katie Hill, ndr) offrendogli materiale “sporco” su Hillary Clinton in mano al Cremlino: ecco, tale tesi per Occhionero è falsa e non solo perché l’unica vera “vittima” coinvolta ad oggi è la nipote fittizia di Putin, barista di Trastevere, e presunta compagna di viaggio di Mifsud in quanto agente provocatore di Papadopoulos. L’Italia avrebbe avuto un ruolo in origine che nessuno vuole svelare, attacca duramente Occhionero: «il prolungato silenzio riscontrato tra le diverse autorità dello Stato italiano credo si possa assumere come prova logica del coinvolgimento italiano. Nessuno si è attivato per fare luce e anzi tutti si trincerano dietro una imbarazzante logica della ‘bocca cucita». I servizi segreti sono certamente coinvolti, ritiene Occhionero, che però non esclude anche una regia degli allora Governi Pd: «Senza una deliberazione politica di sostegno, che sembra per altro dedursi dalle finalità del Decreto sui Segreti di Stato del Governo Renzi del Novembre 2015, funzionari dell’intelligence sarebbero andati incontro a reati gravi che vanno dal 244 del codice penale fino all’Alto Tradimento, sempre secondo il codice penale italiano». Ma allora il prof Mifsud che potrebbe essere il vero snodo-sblocco dell’intera trama mondiale dove si troverebbe al momento? Per l’ingegnere oggi a Dubai non ci sono dubbi: «Secondo me Mifsud è tutt’ora in gestione di una qualche autorità italiane», anche se non ha una sola prova per poterlo provare. Un Russiagate con ancora più ombre e sempre più misteri legati agli ultimi 4 anni di rapporti tra 007 e governi nazionali sull’asse Mosca-Roma-Washington.