Un retroscena azzardato ma di sicuro interessante quello pubblicato oggi da Il Giornale a firma Gian Micalessin in merito alla complessa vicenda dei presunti fondi dalla Russia alla Lega (il cosiddetto “Russiagate” all’italiana, o “Moscopoli” come la chiama Repubblica): oggi il procuratore di Milano ha spiegato che l’inchiesta sarà molto lunga e che le prove vanno ancora verificate e controllate al meglio, ma ciò non toglie i tanti coni d’ombra che al momento risiedono nel meeting segreto di Gianluca Savoini e dell’avvocato Meranda all’Hotel Metropol di Mosca. L’accusa ritiene che i due, per conto della Lega di Salvini, abbiano tentato di ottenere fondi russi tramite un presunto accordo petrolifero con la promessa di un finanziamento da 65 milioni di euro a favore della Carroccio; insomma, corruzione internazionale contro la Lega, questa l’accusa e su questo si annidano i sospetti del collega del Giornale che arrivano dritti sulle toghe italiane e su possibili “trappole” dall’Italia. «Chiedersi se un’intercettazione ambientale acquisita da inquirenti inviati in missione a Mosca senza mandato della magistratura possa acquisire dignità di prova giudiziaria», introduce il giornalista inviato di guerra ed esperto di politica estera. Notevole attenzione viene posta sulle date importanti di questa inchiesta (nata ricordiamo dagli articoli de L’Espresso e Buzzfeed, ndr): 18 ottobre 2018, ovvero Gianluca Savoini ai Mosca; 24 febbraio, L’Espresso pubblica in anteprima il capitolo de “Il Libro Nero della Lega” di Giovanni Tizian e Stefano Vergine; 11 luglio, BuzzFeed pubblica la registrazione e la trascrizione dei colloqui del Metropol.
IL RETROSCENA E LA “TRAPPOLA” PER LA LEGA
Micalessin parte dai primi due giornalisti italiani che seguono e si fanno trovare nell’hotel moscovita lo scorso ottobre 2018: sono cronisti di razza, sgamati da anni di inchieste e con una lunga rete di informatori. «Una fonte capace di guidarlo con notevole precisione nei meandri di quella inchiesta. Non a caso il 18 ottobre 2018 Tizian si presenta nella hall del Metropol almeno un’ora prima dell’inizio dell’incontro e fotografa Savoini ancora solo ad un tavolo in attesa dei suoi interlocutori. Non a caso nell’anteprima dall’Espresso del 24 febbraio ricostruisce esattamente le mosse di un Matteo Salvini arrivato a Mosca», spiega il Giornale. Qualcuno in sostanza deve aver riferito ogni spostamento di Salvini e dello staff leghista nelle varie visite in Russia del Carroccio. Seconda stranezza è la precisione assoluta con cui gli autori de libro contro la Lega, pur non avendo una registrazione che altrimenti avrebbero pubblicato sul sito dell’Espresso già a febbraio, «ricostruiscono passo dopo passo le fasi della discussione»; per Micalessin, e non solo lui, il riepilogo dei colloqui di Savoini al Metropol con alcuni membri del Cremlino presente già a febbraio dai due giornalisti de l’Espresso sembra la trascrizione esatta di quella ascoltata 5 mesi dopo su Buzzfeed.
IL SOSPETTO DI UNA REGIA OCCULTA
I sospetti secondo il cronista de Il Giornale crescono e si annidano proprio in qualche magistrato che possa aver dato il via, prima degli scoop giornalisti, ad un’indagine su quegli ambienti: ecco Micalessin che sostiene «l‘unica spiegazione plausibile è che abbiano potuto ascoltare il nastro senza però poterlo trattenere o utilizzare. Come mai? Perché evidentemente la presenza dell’intercettazione ambientale avrebbe reso evidente la presenza di un regista con finalità ben diverse da quelle giornalistiche. Probabilmente nei piani dell’invisibile demiurgo le rivelazioni di febbraio dovevano bastare già da sole a sollevare il polverone». Ma visto che a quanto pare quelle richieste di fondi di Savoini non sono andati in porto (e anche questo andrà ricostruito e indagato per bene dalla Procura di Milano, ndr) per il giornalista de Il Giornale serviva che quelle intercettazioni “pirata” divenissero carne mediatica e “atto notorio” per far sollevare l’inchiesta. «Grazie al cielo c’era Buzzfeed. E così grazie al sito americano un’acquisizione ottenuta sottobanco potrà forse arrivare in tribunale»: toghe rosse contro la Lega? Magistrati anti-Salvini? Tutto questo per il momento resta un semplice retroscena de Il Giornale, ma dentro questa immensa e complicata vicenda il ruolo di tanti personaggi e di molte “prove” andrà compreso al meglio per fugare anche questo dubbio.