Dopo l’audizione del premier Conte al Copasir, nuovi aggiornamenti sul caso Russiagate. Decisive in tal senso le dichiarazioni di William Barr, ministro della giustizia Usa, ai microfoni di Fox News: il 69enne ha parlato dei motivi dei suoi viaggi a Roma del 15 agosto e del 27 settembre, smentendo in un certo senso le parole del presidente del Consiglio italiano. «Il procuratore John Durham (che conduce la contro-indagine sul Russiagate, ndr) è convinto che in Italia possano esserci informazioni utili all’indagine», spiega Barr ai microfoni dell’emittente statunitense: «Alcuni dei Paesi che Durham riteneva potessero avere alcuni informazioni utili all’indagine volevano discutere preliminarmente con me della portata dell’indagine, della sua natura e di come io intendessi gestire le informazioni confidenziali e via dicendo».



RUSSIAGATE, WILLIAM BARR CONTRADDICE CONTE

Oltre a difendere l’indipendenza e l’integrità dell’inchiesta in corso, William Barr ha sottolineato che «l’indagine sta facendo progressi», aggiungendo a proposito del lavoro di Durham: «Io ho iniziato a discutere quelle questioni con i Paesi e le ho presentate a Durham, creando un canale attraverso il quale quest’ultimo può ottenere assistenza da quei Paesi». Non è mancata una frecciatina nei confronti di Hames Comey, ex direttore dell’Fbi: «Uno dei motivi per cui Durham è in grado di fare progressi è perché il direttore Wray ed il suo team sono stati accezionali nel supporto e nella risposta. Nel 2016 ed in parte nel 2017 c’è stato un fallimento della leadership, ma da quando Wray ed il suo team hanno preso il controllo ci sono stati dei cambiamenti importanti. Credo che si stia ripristinando la costante professionalità, che è stata una caratteristica dell’Fbi».

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