Francesco Rutelli, che di battaglie ambientaliste ne ha fatte tante nel corso della sua vita e in un’occasione è finito anche agli arresti, non condivide le proteste degli attivisti di ultima generazione. Ex ministro, vicepremier, sindaco di Roma, ora è presidente dell’Anica e promotore del Soft Power Club, che si occuperà proprio di crisi climatica e acqua. «È magnifico che cresca la sensibilità ambientalista fra i più giovani. Il cambiamento climatico oggi è il tema numero uno. (..) Ma i modi scelti, un po’ da congiurati, un po’ da guerriglia non violenta, non avvicinano questi temi alle persone comuni», spiega a Repubblica. Servirebbe, dunque, riuscire a diffondere il tema, creare un’alleanza popolare per una rivoluzione verde. Altrimenti, il rischio è di mettere il paese contro i cittadini.



Francesco Rutelli non vuole criminalizzare nessuno, ma consiglia di insistere nel dialogo. «Più che blitz, aiutare le persone a formarsi una coscienza e partecipare. Qualcuno pensa davvero di far sentire in colpa un automobilista che sta accompagnando la madre a fare la chemio o la gente che sta andando al lavoro? Non vanno colpevolizzati i passanti. Vanno coinvolti e motivati». All’orizzonte ci sono due strade per arrivare all’alleanza popolare sull’ambientalismo. «Da una parte va creata una manifattura legata alle nuove industrie». Il riferimento è a rinnovabili, reti e batterie, idrogeno, riconversione della filiera automobilistica. Ma serve anche una gestione migliore del territorio, oltre che la transizione energetica.



I VERDI “TROPPO A SINISTRA” E IL TERMOVALORIZZATORE…

Francesco Rutelli evidenzia nell’intervista a Repubblica che la transizione energetica deve essere «agganciata alla creazione di nuovi posti di lavoro. È questo il punto che manca. Perché certo si perderanno centinaia di migliaia di posti di lavoro, ma se ne creeranno molti altri, se ne saremo capaci. Su questo va fatta formazione, dalla scuola ai manager, e va creato il consenso». Lui che è stato il primo sindaco verde di una capitale occidentale, quando i Verdi superavano il 10% e ottenevano più seggi della Dc, ora constata che in Italia non sono mai esplosi davvero, mentre in Germania hanno superato il 20% alle scorse Europee. «I Verdi tedeschi hanno scelto una linea di coesistenza tra le istanze radicali e quelle pragmatiche. E oggi si affermano come forza di governo». Infatti, amministrano 14 lander su 15.



Il pragmatismo emerge quando dalle interlocuzioni con le grandi industrie e con i sindacati, dai compromessi che portano lavoro. «Hanno deciso che in Germania vanno installate 500mila pompe di calore all’anno. Quanti posti di lavoro porta una misura del genere? La gente lo capisce». Invece i Verdi italiani, secondo Rutelli, «si schierano in una posizione decisamente più a sinistra, anziché avere una posizione trasversale». Infine, Rutelli spinge per il termovalorizzatore a Roma: «Bisogna farlo, presto, in un ciclo moderno e sicuro». Negli anni le tecnologie sono cambiate e ora hanno bassi impatti a livello di emissione. «Ideologizzare un impianto è assurdo, a fronte del pellegrinaggio di migliaia di camion che portano altrove i rifiuti dei romani».