Ruth Shammah e l’inizio (per caso) della carriera teatrale

Andrée Ruth Shammah, famosissima regista teatrale, si è recentemente raccontata in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, nella quale ha ripercorso il suo passato e il rapporto con diverse figure note che ha incrociato nel suo lungo percorso fino ad oggi. Un inizio nel teatro quasi casuale, confessa nell’intervista, quando “per motivi che nulla avevano a che fare con il teatro”, conobbe Giovanni Testori. Figlia di un consulente finanziario che investiva anche in arte, iniziò un apprendistato un po’ insolito, fatto di caffè e conversazioni, nello studio di Testori.



Poi nel 1973 per Ruth Shammah arriva la svolta, “la prima regia, con l’Amleto di Testori”, ricorda, al fianco di Franco Parenti. “All’inizio non lo sopportavo”, confessa riferendosi a Parenti, con il quale ha poi fatto nascere il Salone Pier Lombardo (diventato Teatro Franco Parenti nel 1989), “esempio unico di teatro privato con funzione pubblica”. Tempi più semplici, ricorda Ruth Shammah, nei quali non era necessario andare dai sostenitori “di persona” a chiedere finanziamenti per il teatro. Di Franco, oggi, ne parla come di un uomo “coerente, fermo nelle sue idee, anticonformista, se necessario controcorrente”. Sfidò il Pci quando decise di mettere in scena Claudel, al quale si oppose anche Dario Fo.



Ruth Shammah: “Berlusconi? Pianse a dirotto al funerale di Craxi”

L’intervista rilasciata da Ruth Shammah al Corriere, dopo i ricordi sull’inizio della sua lunga e prestigiosa carriera, passa poi a ricordare le figure note del suo passato, raccontando aneddoti unici di storie mai narrate prima. Innanzitutto, Dario Fo, che all’epoca “studiava architettura e per mantenersi scriveva degli sketch”, Franco “Parenti rimase colpito dalla bravura di Dario e lo invitò per parlare”. Tentò di convincerlo a fare l’attore, “ma Dario non voleva fare quello”.

I ricordi di Ruth Shammah passano poi a Silvio Berlusconi, “prima che diventasse Silvio Berlusconi”. Ruth racconta di come Parenti lo incontrò in aereo, Berlusconi gli propose di andarlo a trovare, con la promessa di aprire un teatro per lui, ma “non se ne fece niente”. “Ricordo che ai funerali di Craxi Berlusconi piangeva a dirotto”, e dopo la morte di Craxi “a Milano non si trovava più un socialista, spariti tutti”. Di Craxi, invece, ricorda la proposta che le avanzò di aprire un teatro a Roma, ma Ruth Shammah rifiutò, “finanziami il teatro a Milano”, chiese, ma lui non poté aiutarla.



Ma anche Giorgio Strehler, ricordato dalla Shammah come “un visionario, un grande uomo di teatro”. Su di lui racconta del Maggio Musicale Fiorentino, nel quale Valentina Cortese cercava “di farlo mangiare”. Lui rifiutava con sgarbo i piatti, “però intanto allunga dietro una mano e lo prende”, “morale: alla fine il maestro ha mangiato ma ha dato a vedere di non mangiare”. E poi, al suo funerale “io e Valentina, per rendergli omaggio, abbiamo messo due righe di cocaina sulla bara, glielo dovevamo”.