Crisi di governo in Olanda: è caduto l’esecutivo guidato da Mark Rutte, il quarto con lo stesso primo ministro. Nella conferenza stampa in cui ha ufficializzato le sue dimissioni, Rutte ha parlato di «divergenze insormontabili». Infatti, il governo è caduto su alcune misure in materia di migranti e asilo, sulla cui approvazione l’alleanza si è spaccata. La coalizione del IV governo Rutte era composta dal Partito popolare per la libertà e democrazia (Vvd), di cui è membro lo stesso primo ministro, dai liberali di D66, dai cristiano democratici dell’Appello cristiano democratico (Cda) e dai calvinisti dell’Unione cristiana (Cu).
Rutte e Cda spingevano per una limitazione netta del ricongiungimento familiare per i migranti, mentre gli altri si sono opposti. Nella notte tra giovedì e venerdì c’è stata l’ultima trattativa, ma alla fine Rutte si è arreso. Le dimissioni sono state poi consegnate al re in forma scritta, quindi il governo proseguirà i lavori per il disbrigo degli affari correnti. Le elezioni, secondo quanto riportato dai media locali, sono previste per metà novembre.
CRISI GOVERNO OLANDA: L’IMPATTO SULL’UE
La caduta del governo Rutte è destinata ad avere ricadute in Europa, in particolare per l’asse centrista che ha fatto da architrave alle scelte dell’Unione europea. Il suo partito, infatti, fa parte dei liberali di Renew ed è al governo dall’ottobre 2010. Con l’ungherese Viktor Orban, Rutte è il capo di governo che continuativamente è stato al suo posto per più tempo in Europa. Se la destra festeggia – infatti Geert Wilders, leader del Pvv ha scritto su Twitter «Adieu Rutte» – è invece da decifrare la strategia dell’ex aspirante pianista prestato alla politica.
Potrebbe essere difficile ora per Rutte aspirare ad una quinta volta. Già la nascita del Rutte quater è stata travagliata. Il partito Vvd nel marzo 2021 aveva vinto le elezioni in Olanda, senza però ottenere la maggioranza per costruire da solo un governo. Quindi, partirono i negoziati. Dopo 271 giorni di trattative, nel gennaio 2020 nacque il governo Rutte IV con la sponda decisiva dei liberali di D66, che infatti ottennero il cruciale ministero delle Finanze, assegnato a Sigrid Kaag.