Ruud Gullit sarà una delle figure di campioni della storia dello sport analizzati in ‘Quelli della Luna‘, il programma tv condotto da Giampiero Mughini su Rete 4, che nella puntata di martedì 30 luglio 2019 analizzerà altri personaggi che hanno fatto battere i cuori degli appassionati di sport. E nella fattispecie di calcio, con Gullit che ha incarnato sicuramente uno dei centrocampisti offensivi maggiormente rappresentativi della sua generazione. Nato ad Amsterdam, Gullit è riuscito a diventare un punto di riferimento per le sue caratteristiche di calciatore in grado di ricoprire più ruoli: in Olanda nella prima metà degli anni Ottanta ha visto crescere il suo talento e il Milan decise di puntare su di lui, che giocava nel PSV Eindhoven, e su Marco Van Basten dell’Ajax per creare quel ‘Milan degli olandesi’ che vinse tutto sotto la guida di Arrigo Sacchi e che si completò con l’arrivo del compagno di Nazionale di Gullit, Frank Rijkaard, in rossonero.



RUUD GULLIT, SUBITO PALLONE D’ORO

Gullit nel 1987 vinse il Pallone d’Oro a testimonianza di come il suo arrivo ebbe un effetto dirompente nel calcio italiano e il suo contributo fu fondamentale per portare il Milan alla conquista del suo undicesimo Scudetto, quello vinto nel 1988 in volata contro il Napoli di Maradona e che diede il via all’incredibile ciclo del Milan di Sacchi. Anno magico il 1988 per Gullit, che con i suoi compagni di club Van Basten e Rijkaard conquistò anche quello che è ancora, a dispetto di 3 finali Mondiali disputate e tutte perse, l’unico alloro internazionale dell’Olanda, l’Europeo del 1988 vinto nella finale di Monaco di Baviera contro l’Urss. La striscia di successi di Gullit è proseguita al Milan anche nel dopo-Sacchi, nel 1993 con Capello in panchina. Poi arrivò il discusso passaggio alla Sampdoria, alla quale tornò dopo un ritorno-lampo al Milan nella prima fase del campionato 1994/95. E anche in blucerchiato lasciò il segno soprattutto nella sua prima stagione, con 15 gol e un terzo posto conquistato con Sven Goran Eriksson in panchina.



GULLIT E UNO SGUARDO DIVERSO SUL CALCIO

Nel 1995 Gullit lascia l’Italia a 33 anni e chiude la sua carriera da calciatore al Chelsea, in Inghilterra, club che allenerà anche per due stagioni. La carriera di allenatore di Gullit non è stata brillante come quella da calciatore anche per il suo carattere anticonformista. Spesso ha preferito alternare i suoi periodi in panchina a quelli da osservatore (ruolo ricoperto anche nel Milan per un periodo) e in altri casi ha preferito affiancarsi anche a personaggi di fiducia, come il santone del calcio olandese Dick Advocaat, con il quale da secondo non ha centrato nel 2018 la qualificazione ai Mondiali in Russia, dimettendosi. Proprio questo suo voler vivere il mondo del calcio dietro le quinte forse non ha reso pienamente giustizia alla figura di Gullit nella storia del calcio, con la sua potenza in progressione che gli permetteva di essere devastante anche da esterno offensivo di fascia e da seconda punta. Le sue idee anticonformiste l’hanno portato anche a scrivere un libro sui retroscena del mondo del pallone, intitolato ‘Non guardare la palla. Che cos’è (davvero) il calcio’.

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