Con la benedizione di Papa Francesco nella Basilica di San Pietro deserta si è chiusa su Rai 1 la diretta di una Veglia Pasquale molto particolare, nel silenzio imposto dal distanziamento sociale per l’emergenza coronavirus. La speranza è stata comunque la protagonista, il concetto filo conduttore dell’Omelia del Santo Padre e di tutto ciò di cui il mondo ha bisogno per uscire da una situazione impensabile solo fino a qualche mese fa. “Stanotte conquistiamo un diritto fondamentale, che non ci sarà tolto: il diritto alla speranza. È una speranza nuova, viva, che viene da Dio.” Il Papa ha spiegato: “Persino dalla tomba Dio fa uscire la vita, è sufficiente aprire il cuore nella preghiera e niente potrà mai rubarci l’amore. Siamo cristiani che incoraggiano, annunciatori di vita in tempo di morte!”. (agg. di Fabio Belli)



“IL GIORNO DEL SILENZIO”

La Veglia Pasquale di Papa Francesco è arrivata all’emozionante momento dell’Omelia, il Santo Padre ha voluto rivolgere parole di speranza ricordando che il Sabato Santo è stato quest’anno più che mai il giorno del Grande Silenzio: “Quest’anno, avvertiamo più che mai il sabato santo, il giorno del grande silenzio. Possiamo specchiarci nei sentimenti delle donne in quel giorno. Come noi, avevano negli occhi il dramma della sofferenza, di una tragedia inattesa accaduta troppo in fretta”. Ma il dono del Cielo nel giorno che prelude alla Resurrezione del Salvatore resta la speranza, una parola sulla quale Papa Francesco si sofferma provando a vincere anche un velo di stanchezza che inizia a coprire la sua voce: “Nessuno ci può togliere il diritto alla speranza. Non è un mero ottimismo, con un sorriso di passaggio. È un dono del cielo che non potevamo procurarci da soli“. (agg. di Fabio Belli)



“NON ABBIATE PAURA”

La Veglia Pasquale in una Basilica di San Pietro suggestiva, vuota e dall’atmosfera rarefatta, arriva all’invocazione di Papa Francesco: non avere paura e farsi coraggio come Gesù Cristo sulla Croce, nell’attraversare la notte più nera come l’umanità sta facendo in questo momento schiacciata dall’emergenza coronavirus. “Non abbiate paura, non temete: ecco l’annuncio di speranza. È per noi, oggi. Sono le parole che Dio ci ripete nella notte che stiamo attraversando“. Papa Francesco esorta: non cediamo alla rassegnazione, non mettiamo una pietra sopra la speranza. Possiamo e dobbiamo sperare, perché Dio è fedele. Non ci ha lasciati soli. Il simbolo della Resurrezione che quest’anno si affianca come non mai alle sofferenze del mondo: “Gesù ci dice: – Coraggio, non temete. Con te Signore, saremo provati ma non turbati. Tu sei con noi nel buio delle nostre notti.” (agg. di Fabio Belli)



L’ACCENSIONE DEL CERO

La Veglia Pasquale di Papa Francesco è iniziata con la tradizionale accensione del cero, “Lume Christi Deo Gratias“, quindi la lettura della Genesi e dell’Esodo e dei Salmi scelti: la Veglia Pasquale quest’anno prevede sette letture e otto salmi dall’Antico Testamento (riferiti soprattutto alla liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto), quindi un’epistola di San Paolo apostolo ed il Vangelo dedicata al tema della Resurrezione. Tema molto sentito, tra le letture scelte Isaia mentre poi si è passati ad Ezechiele, la scelta di quest’anno è legata principalmente al tema della liberazione, legata anche al momento difficile che il mondo sta vivendo a causa dell’emergenza coronavirus da cui ci si sta provando ad affrancare: un parallelismo che si lega fortemente al momento della Resurrezione e della Pasqua. (agg. di Fabio Belli)

LE MODIFICHE DI QUEST’ANNO

Pronta ad iniziare la Veglia Pasquale di Papa Francesco, quest’anno con alcune piccole modifiche segnalate anche a tutte le diocesi che svolgeranno la veglia Pasquale. Già lo scorso 19 marzo i Vescovi hanno ricevuto precise indicazioni da parte della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti: la celebrazione della Veglia Pasquale deve adattarsi a disposizioni legate all’emergenza coronavirus, risultando dunque in parte modificata rispetto alla sua originaria connotazione. Ad esempio nella Liturgia originaria è prevista innanzitutto la benedizione del fuoco, solitamente fuori dalla Chiesa di fronte ai fedeli. Per evitare assembramenti, in questo Sabato Santo 2020 la chiesa ha omesso tutto questo, con l’accensione diretta del Cero Pasquale che, per i medesimi motivi, non sarà seguito dalla consueta processione. (agg. di Fabio Belli)

INIZIA LA CELEBRAZIONE

Manca davvero pochissimo all’inizio della Veglia Pasquale che sarà celebrata da Papa Francesco nella Basilica di San Pietro, come sappiamo senza fedeli per Coronavirus. Sarà però sicuramente una Veglia Pasquale molto seguita tramite tv e streaming, perché nelle singole parrocchie è impossibile celebrare e di conseguenza i fedeli che normalmente stasera sarebbero andati in chiesa seguiranno invece il rito celebrato da Papa Francesco. Nel messaggio inviato all’inizio di questa particolarissima Settimana Santa, il Pontefice aveva ricordato che “in Gesù risorto, la vita ha vinto la morte”: proprio la Veglia Pasquale ce lo ricorda con la massima solennità.

Papa Francesco aveva anche scritto che la fiducia – scaturita proprio dalla Pasqua – nella vittoria della vita sulla morte “nutre la nostra speranza”. Non un’illusione ma una speranza, che non delude. Dopo il dolore del Venerdì Santo, è giunto finalmente il momento della gioia della Resurrezione, della vittoria della luce sulle tenebre: ci apprestiamo dunque a vivere con Papa Francesco la solenne liturgia della Veglia Pasquale, sicuri che questa Pasqua avrà un valore ancora più speciale rispetto al solito. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)

LA LITURGIA DELLA PAROLA DELLA VEGLIA PASQUALE

Continuando a descrivere la Veglia Pasquale, la più significativa celebrazione liturgica dell’anno per la Chiesa Cattolica è caratterizzata anche da un grande numero di letture che ripercorrono la storia della salvezza e della redenzione. Dunque nella Liturgia della Parola si comincia da numero se letture dell’Antico Testamento: si comincia dalla creazione nel racconto della Genesi, seguita dall’episodio di Abramo, pronto a sacrificare il figlio Isacco su richiesta di Dio. Segue l’Esodo, con l’attraversamento del mar Rosso da parte del popolo ebreo in fuga dall’Egitto e ancora il racconto del profeta Isaia su Dio che salva il suo popolo dalla deportazione. La quinta lettura è ancora un poema di Isaia che esalta la fedeltà di Dio, poi il profeta Baruc che ricorda le promesse del Signore a Israele in terra straniera. La settima lettura di Ezechiele è la promessa ‘vi darò un cuore nuovo’.

Infine si arriva al Nuovo Testamento: san Paolo presenta la centralità del Battesimo nella vita di fede, mentre il Vangelo descrive naturalmente nella Veglia Pasquale l’annuncio della Resurrezione e la scoperta del Sepolcro vuoto. Nel rito ambrosiano vi sono alcune differenze: ad esempio vi è una lettura in più dal Nuovo Testamento, la proclamazione della Resurrezione da parte di San Pietro negli Atti degli Apostoli, resta però il numero totale di otto letture più il Vangelo. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)

VEGLIA PASQUALE, LA NOTTE DEI CATECUMENI

La Veglia Pasquale, che nella notte del Sabato Santo annuncia la Resurrezione di Gesù, è anche la celebrazione battesimale per eccellenza nella Chiesa Cattolica. Nei primi secoli, anzi, la prassi era che tutti i battesimi venissero somministrati proprio durante la Veglia Pasquale; con il passare del tempo la situazione è cambiata, ma all’interno della celebrazione della Veglia Pasquale è rimasta la liturgia battesimale ed è dunque sempre possibile che vengano celebrati dei battesimi, in particolare se di persone che si sono accostati alla fede cattolica in età adulta.

Si tratta dei cosiddetti catecumeni (coloro che intraprendono il percorso di fede che si deve seguire per essere ammessi al Sacramento del Battesimo), per i quali ancora oggi il battesimo dovrebbe avere luogo salvo eccezioni proprio nella notte di Pasqua, durante la Veglia. Ecco dunque che al termine della Liturgia della Parola, dunque dopo il Vengelo e l’omelia del sacerdote celebrante, ha luogo la Liturgia battesimale, completa se vi sono effettivamente dei battesimi da celebrare, altrimenti parziale. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)

IL CANTO DEL PRECONIO

Altro momento di grande rilievo nel corso della Veglia Pasquale è la recita del Preconio pasquale, cioè il canto liturgico che è chiamato in latino Exsultet. Cantato di norma da un diacono oppure da un cantore, esso proclama la vittoria della luce sulle tenebre, infatti ha luogo subito dopo la processione iniziale con il Cero pasquale. Il Preconio dunque annuncia la risurrezione di Cristo e invita tutta l’assemblea a gioire per il compiersi della profezia del mistero pasquale, ripercorrendo nel canto i prodigi della storia della salvezza.

Ve ne sono diverse versioni ed infatti pure in questo caso possiamo notare differenze fra quello utilizzato nel rito romano e quello di rito ambrosiano: il primo adottato da Papa Innocenzo III nel XII secolo mentre il secondo fissato alla fine del IX secolo o agli inizi del X. In ogni caso il valore anche dal punto di vista artistico dell’Exsultet è talmente grande che addirittura Wolfgang Amadeus Mozart dichiarò: “Rinuncerei a tutta la mia musica pur di aver composto l’Exsultet”. Da notare che Exsultet è semplicemente la prima parola di questo canto, al quale dà il nome; preconio indica invece che si tratta di un testo poetico di annuncio solenne o di encomio e lode solenne. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)

IL CERO PASQUALE, SIMBOLO DELLA VEGLIA

Un simbolo fondamentale della Veglia Pasquale, la grande celebrazione eucaristica del Sabato Santo, è senza dubbio il Cero pasquale che viene acceso all’inizio di questo rito solenne. Esso naturalmente simboleggia la luce di Cristo risorto, che vince le tenebre del male e della morte. Non a caso infatti all’inizio della Veglia Pasquale l’intera chiesa si trova al buio, con le luci spente, che verranno accese solamente con l’avanzare del Cero pasquale, acceso infatti all’esterno dell’edificio.

Vi sono alcune piccole differenze tra il rito romano e il rito ambrosiano: in quest’ultimo ad esempio non è obbligatoria la benedizione del fuoco utilizzato per accendere il Cero. Dunque questa è una notte di luce, una notte di gioia, una notte di festa: la luce vera sconfigge le tenebre, il Signore Gesù ha mantenuto la sua promessa (“Io sono la resurrezione e la vita”) e tutta la Chiesa festeggia celebrando il rito più solenne dell’anno, che è appunto la Veglia Pasquale. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)

L’ORARIO DELLA VEGLIA PASQUALE

La Veglia Pasquale celebrata da Papa Francesco caratterizzerà un Sabato Santo diverso dal solito per i fedeli cristiani: anche la Messa più “importante” dell’anno, dal momento che è quella in cui si proclama la Resurrezione del Signore, deve fare i conti con le misure di sicurezza imposte dalle autorità civili a causa della pandemia di Coronavirus.

Proprio per questo motivo però per i fedeli acquisirà ancora più valore l’appuntamento con Papa Francesco, che presiederà la Veglia Pasquale in una Basilica di San Pietro deserta, ma collegata con il mondo intero grazie alla diretta tv che sarà garantita da Rai Uno e Tv 2000 e alla diretta streaming video su Rai Play e sul canale Youtube di Vatican News.

Non potendo recarsi ciascuno nella propria parrocchia per partecipare alla Veglia Pasquale, ecco allora che saranno davvero tanti i fedeli a seguire la solenne liturgia dalla Basilica che è cuore della cristianità, ascoltando direttamente dalla voce di Papa Francesco l’annuncio della Resurrezione del Signore Gesù: l’appuntamento è fissato per le ore 21.00 di questa sera, Sabato Santo 11 aprile 2020, quando avrà inizio la Veglia Pasquale presieduta da Papa Francesco.

VEGLIA PASQUALE, CULMINE DEL TRIDUO

La Veglia Pasquale, secondo la definizione di Sant’Agostino, è “mater omnium sanctarum vigiliarum“, cioè madre di tutte le Veglie: in essa infatti si celebra la vittoria definitiva del Signore Gesù sul peccato e la morte. Le pie donne che si erano recate alla tomba di Gesù per pregare sul suo corpo trovano vuoto il Sepolcro e il Maestro appare per prime a loro e poi anche ai suoi Apostoli, cominciando da Pietro e Giovanni.

Siamo naturalmente al culmine del Triduo Pasquale: dopo la Messa in Cena Domini del Giovedì Santo che ricorda l’Ultima Cena e l’istituzione dell’Eucaristia, dopo la celebrazione della Passione del Signore del Venerdì Santo che ne ricorda la morte in croce, la Veglia Pasquale è il culmine di tutto, perché la Resurrezione illumina e dà senso compiuto a tutte le vicende drammatiche degli ultimi giorni della vita terrena di Gesù.

I fedeli che partecipano a questa solenne Veglia Pasquale, come raccomanda il Vangelo (Lc 12,35-36), devono assomigliare ai servi che, con le lampade accese, aspettano il ritorno del loro Signore, perché quando arriva li trovi vigilanti e li inviti a sedersi a tavola.

VEGLIA PASQUALE: GESTI E SIGNIFICATO

La Veglia Pasquale deve essere celebrata dopo il tramonto del Sabato Santo: siamo dunque nella Notte di Pasqua, già nel giorno della Resurrezione in cui la Chiesa fa festa con il suo Signore. La celebrazione è molto lunga e ogni sua fase ha delle caratteristiche peculiari. Si comincia con la Liturgia del lucernario: il celebrante, fuori dalla chiesa che è completamente al buio, accende il Cero pasquale, che poi viene portato in processione all’interno dell’edificio, illuminato dunque da questa luce nuova che simboleggia naturalmente la vittoria di Dio sulle tenebre della morte.

Segue la Liturgia della Parola, la più ricca di tutte le celebrazioni dell’anno: la Veglia Pasquale prevede infatti sette letture e otto salmi dall’Antico Testamento (soprattutto sulla liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto), un’epistola di san Paolo apostolo ed il Vangelo, che racconta naturalmente della Resurrezione.

Al termine dell’omelia, ha inizio la Liturgia battesimale, dal momento che nella notte di Pasqua vengono appunto battezzati i catecumeni, seguita naturalmente dalla Liturgia eucaristica come in ogni Messa ed infine dalla benedizione solenne.

VEGLIA PASQUALE: L’OMELIA 2019 DI PAPA FRANCESCO

Papa Francesco, nell’omelia della Veglia Pasquale dell’anno scorso, aveva ricordato come il cammino delle donne verso il Sepolcro ricorda il cammino di ciascuno di noi: loro timorose che la pietra impedisse l’ingresso nella tomba, noi bloccati dalla pietra del peccato e dell’indifferenza.

“Oggi, però, scopriamo che il nostro cammino non è vano, che non sbatte davanti a una pietra tombale. Una frase scuote le donne e cambia la storia: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (Lc 24,5); perché pensate che sia tutto inutile, che nessuno possa rimuovere le vostre pietre? Perché cedete alla rassegnazione o al fallimento? Pasqua, fratelli e sorelle, è la festa della rimozione delle pietre. Dio rimuove le pietre più dure, contro cui vanno a schiantarsi speranze e aspettative: la morte, il peccato, la paura, la mondanità.

La storia umana non finisce davanti a una pietra sepolcrale, perché scopre oggi la «pietra viva» (cfr 1 Pt 2,4): Gesù risorto. Noi come Chiesa siamo fondati su di Lui e, anche quando ci perdiamo d’animo, quando siamo tentati di giudicare tutto sulla base dei nostri insuccessi, Egli viene a fare nuove le cose, a ribaltare le nostre delusioni”. In un 2020 segnato dal dramma del Coronavirus, il messaggio della Pasqua acquisirà dunque per tutti i fedeli un valore se possibile ancora più profondo del solito.