Il magistrato anti mafia Alfonso Sabella è stato intervistato stamane dal programma di Canale 5, Mattino Cinque, per parlare ancora una volta di Matteo Messina Denaro ed in particolare degli audio choc delle ultime ore circa le imprecazioni nei confronti di Giovanni Falcone: “Non l’avevo mai sentita la voce di Matteo Messina Denaro anche perchè non mi sono mai occupato della sua cattura. Comunque non capisco le polemiche sul contenuto e sul tenore di quel messaggio vocale, è come pensare che Zelensky intercettato dica di Putin che è una brava persona. Stiamo parlando di criminali per cui gli uomini dello stato sono sempre stati nemici, è tutto banalmente normale, danno fastidio queste commemorazioni”.
Quindi Alfonso Sabella ha proseguito: “Dando questo spazio a quella che è una frase banalissima, anzi mi aspettavo anche di peggio… penso sia una cosa fisiologica di questi criminali, continuare a trattare così i nemici, non vedo per quale ragione ci stia stupendo”. E ancora: “Quando io ero a Palermo e c’erano i magistrati che si muovevano con la scorta c’era un fastidio della borghesia palermitana, si impaurivano a vedere gli uomini armati, è fisologico e molta gente ha metabolizzato”. Alfonso Sabella ha proseguito: “Io non metabolizzo, io i nomi di quei ragazzi che hanno perso la vita nella strage di Capaci me li ricorderò sempre e fanno parte della mia storia, non li mando nell’oblio”.
ALFONSO SABELLA SU MESSINA DENARO: “CONNIVENZA? NON DIREI PROPRIO…”
Ancora su Messina Denaro: “Quando dice che sua mamma non sa che potrebbe morire prima lui – spiega Alfonso Sabella – riguarda il fatto che lui sia un malato oncologico, mi pare di un qualcosa di molto umano. Questi sono comunque problemi suoi. C’è una cosa però è forse più inquietante, ritengo che Denaro, che all’indomani della cattura di Bagarella e Brusca abbia fatto un’operazione di sommersione criminale ma ha fatto nell’ultimo periodo un’operazione di emersione sociale vivendo come una persona normale e non come un boia”.
Di nuovo sulle imprecazioni: “E’ un po’ la rappresentazione della società e della Sicilia che si è rotta le scatole dell’antimafia e del ricordo degli orrori: Falcone è morto 30 anni fa e io ho la macchina bloccata e non arrivo in tempo”. Quindi Sabella ha concluso: “Non è da escludere che il destinatario dell’audio sapesse che stesse dialogando con Denaro ma non lo avrebbe denunciato. Non parliamo di connivenza: mettiamoci nei panni di un povero Cristo che lo riconosce, che cosa fa? Vogliamo che i nostri cittadini siano tutti eroi, non ce lo possiamo permettere”.