In diretta a Mattino Cinque News, in ricordo della strage di Capaci, il magistrato anti mafia Alfonso Sabella. “Finalmente abbiamo la ciliegina sulla torta – ha esordito parlando dell’arresto di Matteo Messina Denaro – tutti gli stragisti corleonesi che avevano messo l’Italia in ginocchio nel’92 e ’93 sono stati arrestati, non che quella struttura fosse ancora operativa, però certamente il fatto di aver catturato l’ultimo degli stragisti è un grande successo, l’ennesimo”. E ancora: “Mi piace ricordare in questi anniversari i successi dello Stato, spesso gettiamo fango sul nostro Paese, noi abbiamo la mafia ma anche l’antimafia che è capace di reagire e di cancellare lo stragismo corleonese. Siamo riusciti lavorando con grande determinazione e capacità a cancellare quel pezzo di mafia corleonese. Mi pongo comunque una domanda: ciò che siamo riusciti a fare noi, se questi strumenti li avessero avuti Falcone e Borsellino che storia avremmo raccontato? Perchè siamo arrivati tardi? Perchè non hanno avuto gli stessi strumenti di persone, normative e finanziarie che abbiamo avuto noi?”.



Alfonso Sabella ricorda il giorno della morte di Falcone: “Ero passato proprio sulla strada il giorno prima, quando è morto Falcone ero a casa in attesa di festeggiare l’anniversario di matrimonio. Io all’epoca ero un semplice magistrato, fino ad ora avevo pensato di fare l’avvocato, ma quella strage ha cambiato la mia vita. Quello che era prevalso in quel momento era lo scoramento, la paura dello strapotere della mafia, però poi poco alla volta lo Stato ha fatto lo Stato anche se doveva farlo molto prima”. Sugli interrogatori a Matteo Messina Denaro: “Quando ha nominato come avvocato un suo famigliare ha fatto chiaramente capire che non avrebbe collaborato, è un peccato perchè avremmo potuto scoprire informazioni che ci mancano, ma rientra comunque nel suo diritto, il nostro è uno stato di diritto che dà a questi signori la possibilità di tacere e di essere curati, e io sono orgoglioso di far parte di uno stato così”.



ALFONSO SABELLA, DALLA STRAGE DI CAPACI ALL’ARRESTO DI MESSINA DENARO

Il magistrato anti mafia ha quindi spiegato cos’è la mafia di oggi, che rispetto a 30 anni fa si è profondamente ridimensionata: “La mafia di oggi è in una fase di grande riorganizzazione, che si sta facendo avanti di nuovo sul settore degli stupefacenti che è quello che rende di più, non dobbiamo comunque sottovalutarla. Messina Denaro ha capito che la logica stragista era stata sconfitta, ha fatto una sommersione criminale e un’emersione sociale, non ha fatto il capo di Cosa Nostra ma nel contempo ha fatto investimento, questa è la mafia di oggi, è una mafia che rimane viva e vitale”.



Alfonso Sabella ha proseguito: “Dall’altro lato cerca di recuperare, paradossalmente è sotto la luce del sole. quando c’è tanto denaro le mafie sono presenti, Cosa Nostra oggi non è più l’organizzazione criminale, è la ‘ndrangheta che ha il monopolio sulla droga, forse in Europa, sta un po’ boccheggiando Cosa Nostra ma ha strutture, capacità e storia per potersi riprendere il settore e comunque glielo dobbiamo impedire, oggi la mafia è molto più debole degli anni ’90, ed è il momento di dire fine e spero che si avvicini sempre più il momento di questo fine”.