Virginia Ciuffini, sorella di Sabina Ciuffini, se n’è andata il 10 settembre 2005 dopo aver combattuto a lungo con la malattia. Virginia, in particolare, ha dovuto affrontare il dramma di tre tumori in sei anni, primo dei quali una leucemia, da cui si salvò grazie a sua sorella, che le diede una seconda chance di vita donandole il midollo osseo. E anche – specificava lei nel 2000 – “perché ho trovato eccellenza diagnostica, clinica e farmacologica attraverso il servizio sanitario nazionale, senza dover ‘emigrare’”. Lo faceva presente in una lettera pubblicata sul sito dell’Aimac e indirizzata proprio al direttore dell’Associazione Italiana Malati di Cancro: “Ho quindi passato centinaia di ore negli ospedali, nei day hospital, nei laboratori di analisi, ho scelto le terapie tradizionali che per quanto violente mi fanno vivere da sei anni e spero per i prossimi venti. Con una buona qualità di vita”. Ciononostante, spiega, “scrivo oggi […] perché c’è qualcuno che resta sempre fuori: il paziente”.



Virginia Ciuffini sull’esperienza della malattia

Virginia Ciuffini, che nella vita si occupava di comunicazione come giornalista-scrittrice e consulente, è rimasta senza dubbio segnata dall’esperienza della degenza, durante la quale è stata costretta a lunghi periodi di lontananza dalla famiglia e in particolare dalla sorella Sabina Ciuffini. Così denunciava le cattive condizioni in cui, come paziente, versava: “Si passano ore seduti in modo scomodo o addirittura doloroso, manca l’aria, a volte fa un freddo feroce altre un caldo inumano, fare pipì è complicato, c’è cattivo odore… Ma su questo chi potrebbe davvero ottenere condizioni fisiche e ambientali migliori? I malati sono sempre in transito e pertanto mai abbastanza forti. Senza contare che stanno male e soffrono. I medici che vedono e sanno spesso tentano ma quasi sempre falliscono, per indifferenza o impotenza o ignoranza. Ogni giorno visitano e curano, spesso bene, decine di persone, centinaia l’anno. Come potrebbero sopravvivere al pericolo. All’ansia, alla paura che li circondano? Se i pazienti stanno anche solo un po’ meglio è un vantaggio per tutti”.



La vita privata di Virginia Ciuffini

Virginia Ciuffini ha combattuto a lungo contro la malattia, che alla fine l’ha vinta e se l’è portata via all’età di soli 56 anni. Virginia viveva a Venezia con il marito Alberto, ed era molto conosciuta in città, anche e soprattutto per via dell’impiego di quest’ultimo come architetto del Consorzio Venezia Nuova. Il primo a porgere le condoglianze alla famiglia è stato proprio il presidente Giovanni Mazzacurati. Lei e Alberto, all’epoca dirigente del settore ambiente, si erano trasferiti nel capoluogo veneto all’inizio degli anni Novanta, dopo aver per un certo periodo abitato a Milano.

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