Un contratto di Governo può aver senso se vi è l’intento e la “forza” politica di poterlo mantenere: Sabino Cassese, presidente emerito della Corte Costituzionale, non ritiene il Premier dimissionario Giuseppe Conte in grado di poter guidare l’esecutivo per un terzo Governo in 3 anni e lo fa capire molto bene nell’intensa intervista odierna al Messaggero. La crisi di Governo volge verso la conclusione con le Consultazioni alla Camera sul programma di fine legislatura che riportano Renzi e M5s nuovamente allo stesso tavolo: per Cassese le proposte di un nuovo patto scritto e un cronoprogramma per le riforme sono buone idee ma finora non hanno funzionato nei due precedenti Governi Conte, «questa crisi è quasi diventata una lotta tra galli. Ritornare alle cose da fare, ai programmi, è essenziale».



Il contratto di governo tra Movimento 5Stelle e Lega, del 2018, era lungo 58 pagine, sottolinea ancora Cassese «Il contratto di coalizione tedesco tra Cdu/Csu e Spd del 2017 è lungo 179 pagine, più di tre volte quello italiano. Seconda ragione: non è stato fatto funzionare il comitato di conciliazione previsto nel 2018. Terza ragione: l’ articolo 95 della Costituzione dispone che il presidente del Consiglio mantiene l’ unità di indirizzo politico. Per due volte, con formazioni diverse, non è riuscito a mantenerla».



I CONSIGLI DI CASSESE PER IL CONTRATTO DI GOVERNO

Al netto di tutto, tener fede e rispettare i contratti di Governo è elemento alquanto difficile e tutt’altro che consueto nella tradizione politica italiana: «In Italia gli accordi durano poco ma abbiamo moltissime esperienze di governi di coalizione, sia nel periodo repubblicano, vi sia nel periodo prefascista». Il futuro dei prossimi 3-5 anni si gioca in questi giorni, con la “nuova squadra di Governo” che dovrà essere in grado di collegare il Recovery Plan ad una serie importante di riforme istituzionali e costituzionali: sulla sica di questi obiettivi proprio oggi Italia Viva con il deputato Roberto Giachetti ha proposto al tavolo delle Consultazioni una doppia commissione bicamerale, una per le riforme e l’altra proprio per il Next Generation Eu. Idee che rientrano nei “consigli” dati da Sabino Cassese al termine dell’intervista al Messaggero: «Istruzione, pubblica amministrazione e Mezzogiorno», su questi tre punti dovrebbe puntare il Recovery Plan italiano, secondo il giurista che poi aggiunge «Istruzione perché l’ Italia è tra gli ultimi paesi europei quanto al livello di istruzione. Pubblica amministrazione perché abbiamo bisogno di uffici pubblici efficienti. Mezzogiorno perché a 160 anni dell’unità politica del Paese, non siamo ancora riusciti a realizzare l’ unità economica del Paese».

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