«Non mi sembra anormale discutere così tanto dell’elezione del presidente della Repubblica, è certamente un fatto inconsueto»: così Sabino Cassese ai microfoni di Studio 24. Il costituzionalista s’è soffermato sulla corsa al Quirinale ed ha analizzato la scena politica: «Qual è il fattore nuovo che produce questo interesse intorno a questa elezione? Io penso che la ragione sia semplice: sta nella frammentazione che si è venuta a creare nel sistema politico. Che io ricordi, non c’è stata nessuna elezione presidenziale avvenuta con così alta frammentazione».



Sabino Cassese ha poi evidenziato sul tema: «Ci sono dieci forze politiche: quattro rappresentano il 75-80% della possibile rappresentanza elettorale secondo i sondaggi, mentre il restante 20-25% si distribuisce tra sei forze politiche. Parliamo di un quadro molto complesso, che si restringe come un imbuto dove a un certo punto c’è una restrizione improvvisa e poi bisogna scegliere una persona. Coloro che scrissero la Costituzione considerarono molto attentamente l’ipotesi di un capo dello Stato collegiale: cioè un capo dello Stato rappresentato da un collegio di tre-cinque persone per risolvere problemi come quello che noi abbiamo oggi».



SABINO CASSESE SULLA CORSA AL QUIRINALE

«Periodo turbolento in vista? Non c’è dubbio», ha rimarcato Sabino Cassese, che ha ripercorso un po’ la storia repubblicana: «Noi abbiamo una storia repubblicana scandita in due parti: la prima parte è un cinquantennio molto turbolento con un elemento di continuità, la Dc, quindi tutto è girato attorno ad un elemento stabile nonostante la forte aleatorietà della struttura di governo. Poi c’è stato un periodo nel quale abbiamo avuto una sperimentazione della legge Mattarella, con una forte componente maggioritaria, e ora siamo piombati in un quadro parlamentare fortemente frammentato. La frammentazione richiede la capacità di costruire un puzzle, ci vuole una grande abilità combinatoria: mettere insieme tanti pezzi per fare una maggioranza». Netto il commento di Sabino Cassese sull’ipotesi di un Mattarella-bis: «Non è nostro compito giudicare il comportamento del capo dello Stato. Io direi che le scadenze sono una parte della democrazia». E a proposito di scadenze: «Il presidente Mattarella non è stato eletto dal Parlamento che uscirà di scena tra un anno, ma da un Parlamento precedente e quindi da una maggioranza precedente: questa sovrapposizione della durata delle cariche è un elemento molto importante in un processo di decisione collegiale»:

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