Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale e fra i più autorevoli giuristi del nostro Paese, ha rilasciato un’intervista ai colleghi de “Il Giornale” imperniata interamente sulla questione giustizia, che tanto ha fatto e sta facendo discutere in queste ore a seguito delle veementi polemiche germogliate tra Anm, che giudica inammissibili i referendum sulla giustizia, e le forze politiche della Lega e del Partito Radicale, autori proprio della proposta inerente a quei referendum. Il punto è: da che parte sta la ragione?
Un quesito a cui ha provato a fornire risposta certa il diretto interessato, che ha sottolineato espressamente che “un referendum sulla giustizia o, meglio, su alcuni particolari aspetti dell’ordinamento della giustizia in Italia è costituzionalmente ammissibile”. Nonostante questa possibilità sembri essere lampante, il presidente dell’associazione dei magistrati, Giuseppe Santalucia, non retrocede di un millimetro dalla propria posizione, sostenendo convintamente che le funzioni della giustizia non sono materia che possa essere trattata nell’ambito di un referendum.
SABINO CASSESE: “LA COSTITUZIONE NON ESCLUDE IL REFERENDUM ABROGATIVO IN MATERIA DI GIUSTIZIA”
Il giurista Sabino Cassese, nel prosieguo della sua chiacchierata con i colleghi de “Il Giornale” circa la delicata questione dei referendum sulla giustizia, ha voluto rispondere direttamente al presidente dell’associazione dei magistrati, Santalucia, evidenziando come, a suo dire, la natura del suo approccio sembri corrispondere all’idea sbagliata, andata maturando in questi anni, dell’ordine giudiziario e, di conseguenza, della magistratura come una cittadella separata, che si autogoverna.
D’altro canto, ha proseguito Cassese nell’ambito del suo intervento sulle pagine del quotidiano sopra menzionato, “la Costituzione attribuisce indipendenza all’ordine giudiziario, non conferisce ad esso potere di autogoverno, e, se la Costituzione non esclude il referendum abrogativo in materia di giustizia, questo è certamente ammissibile”. Nei giorni scorsi Cassese si era espresso duramente anche contro la possibilità di vedere prolungato lo stato d’emergenza in Italia oltre il 31 luglio, esprimendo la sua insoddisfazione in merito a tale eventualità, dal momento che non ne ravvisava la necessità diretta.