Tra la lezione di Matteo Renzi e il nuovo governo guidato da Mario Draghi, Sabino Cassese ha analizzato l’attuale situazione politica ai microfoni de Il Dubbio. Il giurista ha accolto favorevolmente l’incarico all’ex presidente della Banca centrale europea, evidenziando che si tratta di una scelta giusta per tre motivi: la sua preparazione tecnica, la sua esperienza e il contesto in cui ci troviamo, «nel quale abbiamo particolare bisogno di quell’Europa da cui Draghi proviene».



Per Sabino Cassese l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi è un successo per la politica, considerando che l’economista è uno dei grandi protagonisti delle forze sociali: «Il presidente incaricato è la persona giusta sia perché la sua scelta conviene al Paese, sia perché appoggiarlo conviene a ciascuna delle forze politiche presenti in Parlamento».



SABINO CASSESE: “LA LEZIONE DI RENZI”

Sabino Cassese si è poi soffermato sulla mossa di Matteo Renzi di fare cadere il Conte II, azione che ha spinto Mattarella ad affidare l’incarico a Mario Draghi: «Ha messo in imbarazzo Salvini e Meloni, ha separato Forza Italia dalla destra estrema, ha dato una bella lezione ai “ricostruttori”, diviso il M5S (e l’ha costretto a fare quel che non voleva fare) e spinto il Pd a cambiare idea in una notte. Io aggiungo che ha impedito l’affermarsi del marginalismo in politica, cioè di dare la voce determinante alle briciole, ai “responsabili”». Sabino Cassese ha poi bacchettato l’ormai ex premier Giuseppe Conte che, anziché provare a ricucire lo strappo, si è fatto prendere dai risentimenti: «Questi non dovrebbero esser permessi ai politici. Corre il rischio, così, di fare la parte di Badoglio, invece che quella di Churchill».

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