Sabino Cassese, giurista e giudice emerito della Corte Costituzionale, è intervenuto ai microfoni della trasmissione di La 7 “In Onda” in occasione della puntata di sabato 17 luglio 2021. Il suo intervento, avvenuto in due riprese per mezzo di un collegamento audiovisiva, è stato imperniato interamente sulla questione relativa all’obbligo vaccinale, tematica sulla quale l’Italia è decisamente divisa in questi giorni. Cassese, dal canto suo, ha voluto fare chiarezza da un punto di vista meramente giuridico, rivelando ai telespettatori se sia legalmente possibile introdurre la vaccinazione obbligatoria.



“Non capisco perché si dubiti ancora della possibilità che, con una legge, si imponga l’obbligatorietà della vaccinazione – ha esordito l’esperto –. Abbiamo leggi del 1939, 1963, 1966, 1991 e 2017 connesse a vaccini di tipo diverso e che prevedono l’obbligo vaccinale. Pertanto, è possibile introdurre un obbligo per legge: lo prevedono la Costituzione e la Corte Costituzionale stessa, che nel 2018 si era già espressa nel merito, con una sentenza molto ampia e dettagliata, scritta dall’attuale ministro della Giustizia (Marta Cartabia, ndr).



SABINO CASSESE: “OBBLIGO VACCINALE? IL GOVERNO VUOLE PROCEDERE PER GRADI”

Nel prosieguo di “In Onda”, Sabino Cassese ha approfondito l’argomento, ricordando come la sentenza della Corte Costituzionale stabilisse che, prima di arrivare all’obbligo vaccinale, bisogna tentare con la strada della persuasione e con misure più elastiche. Secondo il giurista, “giustamente in Francia Macron ha previsto una serie di obblighi che sono collegati a determinate attività. Non una vaccinazione obbligatoria corale, bensì una misura precisa: tutti coloro che vogliono svolgere specifiche attività, possono farlo se hanno copertura vaccinale (o hanno sconfitto il virus o, ancora, sono risultati negativi a un tampone recente, ndr).



L’obbligo vaccinale in Italia può essere introdotto solo per mezzo di una decisione politica? Cassese ha spiegato che la legge la fa il Parlamento, dominato da forze politiche, ma il Governo potrebbe già oggi essere tutto convinto della necessità dell’obbligo. Nonostante questo, l’idea è quella di procedere per gradi, stabilendo che si vaccini chi vuole andare al ristorante, al cinema, in discoteca. Le parole chiave sono prudenza e progressività, mentre, se per i professionisti e operatori sanitari, operanti anche in area privata, c’è già l’obbligo di vaccinazione, questo aspetto non è ancora stato approfondito per la scuola, i cui sindacati “purtroppo non fanno altro che sostenere l’assunzione di precari, dunque non mi aspetto che muovano un dito per assicurare una scuola che sia veramente scuola, con didattica in presenza e non didattica a distanza”.