Ad un anno dal sabotaggio del Nord Stream, con quattro esplosioni che hanno distrutto tre delle quattro condutture che costituiscono il gasdotto, è caduto il silenzio sulla vicenda. Sin dalle prime ore la responsabilità è stata attribuita alla Russia, ma col passare dei mesi sono emerse prove che indicano come in realtà sia l’Ucraina responsabile dell’attacco. Le ha evidenziate il settimanale Der Spiegel, pubblicando una lunga inchiesta in cui riporta che «un numero sorprendente di indizi punta all’Ucraina». Il governo di Kiev non ha né risposto né smentito la ricostruzione giornalistica. «L’indizio più evidente sono le tracce di esplosivo trovate sulla barca utilizzata per raggiungere i gasdotti», spiega Martin Knobbe, capo della squadra investigativa di Der Spiegel, ai microfoni del Fatto Quotidiano.
Il sabotaggio è stato portato a termine posizionando delle cariche di Octagon, «un esplosivo potente e usato raramente». La conclusione, aggiunge Knobbe, è che «solo persone in contatto con i servizi di intelligence possano averlo acquistato». Ma non è questa la domanda più importante. Davvero una barca piccola come l’Andromeda poteva trasportare tutto l’esplosivo e il commando per l’attacco a Nord Stream? «Sì, è plausibile». A tal proposito, il team giornalistico ha studiato i movimenti dell’equipaggio che ha noleggiato la barca, ripercorrendo poi la rotta seguita.
SABOTAGGIO NORD STREAM: “TUTTE PERSONE COINVOLTE SONO LEGATE ALL’UCRAINA”
Il commando del sabotaggio al Nord Stream era formato da cinque uomini e una donna. Il documento falso usato per il noleggio del piccolo yacht è di un anziano moldavo, ma la foto è di un uomo ucraino di Dnipro. «Non sappiamo se fosse parte del commando. Abbiamo tentato di contattarlo, ma né lui né la sua famiglia hanno voluto parlarci», dichiara Martin Knobbe al Fatto Quotidiano. Quel volto corrisponde ad un soldato della 93ª brigata, figlio di un ex militare con grande esperienza marittima. Dopo aver lasciato l’esercito si è trasferito in Turchia, dove ha lavorato in cantieri navali. Qualche anno fa è stato arrestato per traffico di migranti nel mar Egeo. «Non ci sono elementi che colleghino il presidente Zelensky alle esplosioni. Ce lo hanno ripetuto tutte le persone con cui abbiamo parlato. Ma è abbastanza evidente che tutte le persone coinvolte sono legate all’Ucraina», precisa il giornalista.
Stupisce che un piccolo commando possa compiere un attacco così plateale in una zona di mare trafficata dove giorni prima c’erano state esercitazioni congiunte della Nato. «Il background e la formazione del gruppo indicano un’azione professionale: forse servizi segreti o militari», chiarisce il giornalista del Der Spiegel. Una cosa è certa: la vicenda del Nord Stream dimostra che siamo vulnerabili. Altrettanto evidente è che la politica tedesca non vuole reagire. «Il problema non è solo come gestire la questione tra Kiev e Berlino, ma la domanda è cosa vuol dire per i cittadini tedeschi. Mandiamo armi all’Ucraina, più molti altri aiuti. Più di un milione di profughi sono stati accolti in Germania. Se verrà fuori che Kiev è responsabile del sabotaggio ci sarà una reazione della popolazione». Per questo motivo, Knobbe ritiene che non ci sarà mai una risposta definitiva da parte della Germania.