Potrebbero essere di Sabrina Beccalli i resti ritrovati sulla Panda distrutta dalle fiamme. La Procura di Cremona non esclude questa ipotesi in merito alla scomparsa della 39enne a Ferragosto a Crema. Della donna non si trova il cadavere, ma per la vicenda è finito in carcere Alessandro Pasini, che è accusato di omicidio, soppressione di cadavere e crollo di edificio. Il 45enne ha sempre sostenuto di aver bruciato il corpo della donna, che a detta sua sarebbe morta per overdose, dopo averlo caricato nell’auto di lei. Degli accertamenti sui resti dell’auto di Sabrina Beccalli si occuperà l’anatomopatologa Cristina Cattaneo, nota anche per essersi occupata di molti casi intricati come quello di Yara Gambirasio, la 13enne uccisa nel 2010 in provincia di Bergamo per il cui omicidio è stato condannato all’ergastolo Massimo Bossetti. Erano stati due veterinari a indicare che i resti appartenevano a un cane, ma la Procura attende una relazione del Ris sui reperti trovati in auto, in casa del presunto assassino e in quella dell’ex di lui, dove la donna – secondo l’accusa – è stata uccisa.
SABRINA BECCALLI, “FORSE SUOI RESTI IN AUTO”
La Procura di Cremona, dunque, non esclude del tutto la possibilità che il 45enne abbia detto la verità. «Quelle ossa presenti nell’abitacolo dell’auto data alle fiamme possono benissimo essere quelle di Sabrina, come ha da subito sostenuto il mio assistito», aveva dichiarato l’avvocato Paolo Sperolini, legale di Alessandro Pasini, dando così eco alle parole del suo assistito. L’avvocato, che aveva riferito di aver consultato un «consulente di massimo livello», secondo cui tra quei resti ci sarebbe almeno un osso appartenente alla specie umane, pare si tratti di una clavicola. La convinzione del legale nasce da «una valutazione provvisoria delle immagini fotografiche» delle ossa bruciate e repertate dai Ris. «Non ha avuto dubbi: almeno una di quelle ossa non può non appartenere a un essere umano», ha aggiunto l’avvocato. Si attendono dunque gli accertamenti per provare a dare una svolta al caso di Sabrina Beccalli.