Sabrina Ferilli torna questa sera sugli schermi di Canale 5 dopo la partecipazione a “Tu sì que vales” in qualità di giudice popolare e lo fa nella fiction “L’amore strappato”, fiction che viene riproposta dalle reti del Biscione dopo gli ottimi ascolti fatti registrare nel 2019, alla sua prima messa in onda. La 56enne attrice e conduttrice televisiva capitolina vestirà i panni di Raffaella Lucanto per quella che è una storia vera, portata sul piccolo schermo da Ricky Tognazzi e Simona Izzo e che si rifà alla drammatica vicenda di Angela Lucanto, strappata alla sua famiglia da piccola a causa di un errore giudiziario.



E proprio al libro scritto dalla diretta interessata, “Rapita dalla giustizia”, si ispira la fiction che vede la Ferilli nella parte di Rosa, una mamma coraggio, e col suo compagno (interpretato da Enzo Decaro) accusato ingiustamente di molestie: entrambi lottano per dimostrare non solo la loro innocenza ma anche per riavere la loro bambina di sette anni, cosa che avverrà solamente molto tempo dopo quando, divenuta diciottenne e nella convinzione di essere stata abbandonata, riabbraccerà i genitori col padre Salvatore che finalmente sarà assolto in appello dopo una ingiusta condanna in primo grado a 13 anni di carcere. E in una lunga intervista concessa a suo tempo a “TV Sorrisi e Canzoni” la Ferilli aveva avuto modo di parlare del suo personaggio e della miniserie liberamente ispirata a questa incredibile storia.



SABRINA FERILLI, “CONOSCEVO LA STORIA DI RAFFAELLA: QUANDO MI HANNO PROPOSTO LA PARTE…”

La storia di una battaglia dolorosa e per certi versi surreale ma che, anche se a diversi anni di distanza, ha avuto un lieto fine. È questa la vicenda di Raffaella Lucanto: “Conoscevo la storia e avevo letto ‘Rapita dalla giustizia’, il libro che la racconta e quando c’è stata l’occasione di farne una fiction ho accettato” ha raccontato l’attrice nell’intervista di cui sopra, spiegando che sono le storie dal risvolto sociale e civile quelle che oramai la interessano maggiormente sul set. E ha continuato: “Fortunatamente sono casi estremi, che però possono succedere. È per questo che vanno raccontati. Penso che il medico e il giudice siano le due figure che possono annientare, con un errore, un essere umano”.



L’attrice poi si è posta nei panni della bimba ‘strappata’, sostenendo che i bambini in queste situazioni sono i più indifesi e parlando di un “atroce evento, insieme con un giudizio che ha rovinato la famiglia”. E poi conclude prendendo di mira quelli che a suo dire sono i processi sommari fatti in televisione: “Spesso sono fatti da persone incompetenti e che non conoscono gli atti giudiziari di cui si parla (…) Con la vita delle persone non si scherza mai: ecco perché spero che questa serie serva a combattere i pregiudizi e i legacci mentali della gente” conclude, pur precisando che non ha voluto dare l’immagine di una donna contro la giustizia “perché mi piace pensare che anche un errore mostruoso come questo possa essere fatto in buona fede per la tutela di un minore”.