Sabrina Misseri, chi è la cugina di Sarah Scazzi

Sabrina Misseri è una delle principali protagoniste del caso di Avetrana, nel quale perse la vita Sarah Scazzi. Cugina di primo grado della 15enne, è stata direttamente coinvolta nelle indagini fino alla sua condanna. La Corte di Cassazione nel 2017 l’ha riconosciuta colpevole dell’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e condannata all’ergastolo insieme alla madre Cosima Serrano, zia di Sarah. Per la giovane vittima, Sabrina, all’epoca dei fatti 22enne, non era solo una cugina ma anche un’amica, nonostante la differenza di età.



Il giorno della scomparsa, il 26 agosto 2010, Sarah Scazzi si era recata proprio in casa di Sabrina Misseri, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione. Con un’amica sarebbero dovute andare al mare ma della 15enne si persero per sempre le tracce. Sin dal principio Sabrina e la sua famiglia sostenne con forza, anche durante svariate interviste tv, la tesi del rapimento della giovane cuginetta. Una tesi in realtà poco credibile anche alla luce delle condizioni economiche modeste della famiglia Scazzi. Mentre le indagini andavano avanti, il padre di Sabrina, Michele Misseri, fece prima ritrovare il cellulare della nipote, poi confessò di essere lui il colpevole facendo ritrovare il corpo di Sarah Scazzi.



Sabrina Misseri, il coinvolgimento nel delitto di Avetrana e le accuse

Nel frattempo gli inquirenti che indagavano sull’omicidio di Sarah Scazzi avevano iniziato a nutrire dubbi anche sulla posizione di Sabrina Misseri e ben presto il padre coinvolse la figlia nel delitto di Avetrana. Il 16 ottobre 2010, dopo un interrogatorio, Sabrina Misseri fu arrestata con l’accusa di concorso in omicidio. Gli inquirenti tentarono di far luce anche sul possibile movente avanzando la gelosia della ragazza nei confronti della cugina Sarah per via delle attenzioni che Ivano Russo – di cui Sabrina sarebbe stata innamorata – riservava alla 15enne. Proprio nei primi giorni di agosto, infatti, Sabrina ed Ivano avevano consumato un rapporto sessuale, poi interrotto per volontà del ragazzo e per il timore che la loro amicizia potesse interrompersi.



Un episodio, questo, che secondo le indagini sarebbe stato confidato alla cugina Sarah Scazzi e da quest’ultima spifferato ad altri, dando adito a maldicenze sul conto della Misseri. Le voci, giunte anche all’orecchio di Ivano, portarono quest’ultimo a interrompere i rapporti con Sabrina pochi giorni prima del delitto della cugina. Proprio l’astio di Sabrina verso Sarah sarebbe stato il movente dell’omicidio. Il processo di primo grado a carico di Sabrina Misseri e della madre Cosima si aprì a Taranto il 10 gennaio 2012 e si concluse oltre un anno dopo con la condanna all’ergastolo. Pene confermate anche in Appello il 27 luglio 2015 e poi in Cassazione il 21 febbraio 2017, rendendo le condanne definitive.