FRANCO COPPI, PARLA IL LEGALE DI SABRINA MISSERI E COSIMA SERRANO
“Io lo considero un errore giudiziario“, non usa giri di parole l’avvocato Franco Coppi quando parla del delitto di Avetrana ai microfoni di Farwest. Il legale di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, condannate all’ergastolo per l’omicidio di Sarah Scazzi, spera di riuscire a riaprire il caso, anche perché l’alternativa per lui è dover convivere col pensiero che le due donne, che ritiene innocenti, restino in carcere.
“L’idea di morire senza essere riuscito a dimostrare l’innocenza di Sabrina e di quella poveretta della madre è un tormento che, le confesso, mi accompagnerà fino all’ultimo giorno della mia vita“, ha confessato l’avvocato, che si è giocato anche la carta del ricorso a Strasburgo: proprio dalla Corte europea per i diritti dell’uomo si attendono novità nelle prossime settimane, visto che l’istanza è stata ritenuta ammissibile, ma da quel momento non sono state registrate novità.
“MICHELE MISSERI HA UCCISO SARAH SCAZZI”
A proposito di Sabrina Misseri, il legale al programma Rai ha ribadito che “aveva a suo favore un alibi formidabile, rappresentato da telefonate che ha fatto nei momenti in cui la cugina veniva uccisa, cercando di mettersi in contatto con lei“. Inoltre, il padre, Michele Misseri, “era sicuramente responsabile dell’omicidio“. Per l’avvocato Franco Coppi, l’unica tesi credibile è quella della colpevolezza dello zio di Sarah Scazzi. “Dal racconto che lui stesso fa si capisce come sono andate le cose“.
LA SPERANZA DI UN NUOVO PROCESSO DEL DELITTO DI AVETRANA
Ma per il legale c’è stata all’epoca “un’accettazione pressoché immediata della tesi della responsabilità” della sua assistita, cugina della vittima, di conseguenza “non si sono volute apprezzare o valutare tutte le prove che in senso contrario venivano addotte“. Per Coppi ha pesato anche il dibattito pubblico: “Quanto più un caso è discusso dall’opinione pubblica e dai mezzi di comunicazione, tanto più si può essere esposti a suggestioni“.
Infine, ha lanciato un appello ai testimoni: “Se alcuni rivedessero le loro posizioni e dichiarassero la verità, questo potrebbe aprire la strada a una revisione. Il riferimento è al fioraio (Giovanni Buccolieri, ndr), ma anche ad altri testimoni“.