Sabrina Misseri e Cosima Serrano scontano l’ergastolo per l’omicidio di Sarah Scazzi, avvenuto ad Avetrana (Taranto) il 26 agosto 2010. Le due donne sono state condannate in via definitiva perché ritenute autrici del delitto, che avrebbero commesso nel garage della loro villetta di via Grazia Deledda coinvolgendo poi, nella fase dell’occultamento del cadavere, Michele Misseri (rispettivamente padre e marito). Quest’ultimo sconta una pena definitiva a 8 anni di reclusione e sarà libero nella primavera 2024, dopo aver reso molteplici versioni agli inquirenti: inizialmente autoaccusatosi dell’uccisione della nipote, ha poi indicato la figlia Sabrina quale esecutrice materiale e ha nuovamente ritrattato, dicendosi ancora oggi unico colpevole dell‘omicidio.



Sabrina Misseri è la cugina di Sarah Scazzi, ritenuta dalla giustizia la sua assassina insieme alla madre, Cosima Serrano. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la giovane avrebbe agito contro la vittima per un movente riconducibile alla gelosia: infatuata di un ragazzo, Ivano Russo, avrebbe covato un rancore crescente per la 15enne per via del rapporto di amicizia tra i due. Per questo, stando a quanto emerso in sentenza, l’avrebbe aggredita strangolandola con la complicità della madre e servendosi poi dell’aiuto del padre, Michele Misseri, per disfarsi del corpo (ritrovato 42 giorni più tardi in un pozzo tra le campagne di contrada Mosca proprio su indicazione dell’uomo).



Sabrina Misseri e Cosima Serrano: la vita in carcere dopo la condanna definitiva

Sabrina Misseri e Cosima Serrano scontano la loro pena definitiva nel carcere di Taranto e, secondo quanto trapelato, dividono la stessa cella. Le due donne, ritenute responsabili dell’omicidio di Sarah Scazzi, hanno sempre respinto ogni addebito sostenendo di essere innocenti. La loro vita da detenute scorrerebbe tra hobby e lavori all’interno della struttura. Secondo quanto riportato dal settimanale Oggi, Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri avrebbero un impiego nella sartoria dell’istituto penitenziario pugliese. Nel 2020, in piena pandemia, la moglie di Michele Misseri avrebbe confezionato mascherine contro il Coronavirus tenendosi così impegnata nelle sue giornate dietro le sbarre.



Sabrina Misseri trascorrerebbe il tempo seguendo anche corsi di aggiornamento per il suo lavoro da estetista, che svolgeva nella sua abitazione fino alle settimane precedenti all’arresto. In una intervista esclusiva dal carcere, rilasciata a Franca Leosini per Storie Maledette, le due donne hanno ribadito di essere estranee ai fatti e di essere sostanzialmente vittime di un errore giudiziario. Nonostante le evidenze e il peso di una condanna definitiva a vita, non hanno smesso di sperare nella libertà. Cosima Serrano è la sorella di Concetta Serrano, madre della vittima. Secondo la ricostruzione processuale avrebbe aiutato la figlia Sabrina ad uccidere la 15enne e avrebbe poi coinvolto il marito, Michele Misseri, affidandogli il compito di disfarsi del cadavere nel tessuto di un rapporto coniugale profondamente sbilanciato in cui lei, descritta come donna autoritaria e dedita al lavoro nei campi, avrebbe giocato un ruolo dominante.