L’attore e comico britannico Sacha Baron Cohen, noto per aver interpretato personaggi virali come Borat e Ali G nel corso degli anni, nei primi mesi di questo 2021 ha ricevuto un ulteriore importante riconoscimento, ottenendo la candidatura come miglior attore non protagonista agli Oscar 2021. L’interpretazione che lo ha fatto balzare agli onori della cronaca è quella per “Il Processo ai Chicago 7” nel ruolo dell’attivista Abbie Hoffman, un film di forte denuncia sociale, che lo vede cimentarsi in un ruolo drammatico, dopo che per tanti anni si è dedicato principalmente alla recitazione comica.



La sua gestione della parte è stata accolta con estremo favore dalla critica, che ha apprezzato l’intensità data al personaggio e la capacità di calarsi in una realtà così diversa da quella attuale. Sacha è oggi un professionista affermato, ma ricorda con soddisfazione il periodo della gavetta, che lo ha portato a scalare la vetta del cinema internazionale, anche per i suoi atteggiamenti spesso sopra le righe e fonte di critiche e dibattiti. Nella vita privata il londinese è piuttosto riservato e conduce una vita tranquilla con la moglie Isla Fish, sposata nel 2010 a Parigi, e con i tre figli nati dal loro amore.



“IL PROCESSO AI CHICAGO 7”, FILM CON SACHA BARON COHEN

“Il processo ai Chicago 7” è una pellicola che narra appunto la lotta in tribunale di un gruppo di attivisti contrari alla guerra in Vietnam, accusati di aver provocato lo scontro tra i manifestanti e la Guardia Nazionale durante la manifestazione del 28 agosto 1968, tenutasi nella città dell’Illinois. A seguito della protesta, 8 persone vengono accusate e ingiustamente processate da organi federali parziali e faziosi, chiamando a testimoniare agenti dell’FBI travestiti da comuni cittadini per favorire lo Stato contro gli imputati. L’idea venne nel 2006 a Spielberg, che cercò di commissionare al regista Aaron Sorkin una pellicola che trattasse in modo corretto la questione, riportando quelli che erano i fatti realmente accaduti e stabilendo nuovamente un principio di verità violata. La produzione venne interrotta nel 2009 per timore dello sciopero della Screen Actors Guild e il progetto venne accantonato in attesa di tempi migliori a livello sociale ed economico, essendo il budget all’epoca molto ridotto. Dopo le elezioni americane del 2016, il creatore di E.T. pensò che i tempi fossero ormai maturi per sviluppare totalmente il progetto, ottenendo un risultato ben al di sopra delle aspettative per interpretazione del cast e tensione drammatica suscitata. La sceneggiatura ha preso definitivamente vita nel 2019, quando la Paramount Pictures si è accaparrata i diritti e ha garantito la giusta dignità all’idea.



SACHA BARON COHEN ENTUSIASTA DEL FILM

A causa della pandemia mondiale di Coronavirus, il titolo è stato distribuito per poco tempo nelle sale cinematografiche, rendendosi disponibile sulle piattaforme streaming delle varie nazioni. Numerose sono le candidature ai premi Oscar 2021, come quella per miglior film, miglior attore non protagonista, migliore sceneggiatura originale, migliore fotografia, miglior montaggio e migliore canzone. Sacha Baron Cohen si è dedicato anima e corpo al progetto, aderendo sin dall’idea iniziale con entusiasmo e con la voglia di denunciare un sopruso perpetrato dal governo americano ai danni di una minoranza contraria alle sue decisioni. L’attore si è mostrato quindi onorato di aver partecipato a una produzione di tale intensità, cooperando con colleghi di grande livello alla buona riuscita della creazione. Il regista, in ascesa negli ultimi anni, era garanzia di successo e qualità e per questo Baron Cohen non ha avuto dubbi e si è lanciato in un’impresa molto diversa rispetto a quelle che solitamente porta a termine, con le quali suscita le risate di tutto il suo pubblico, ammaliato dalla sua ironia politicamente scorretta.