La Sacra di San Michele, in Piemonte, dedicata all’omonimo Santo della Chiusa, è una bellissima abbazia oltre che un suggestivo complesso architettonico abbarbicato a circa mille metri di altezza sulla cime del monte Pirchiriano: svetta infatti sulla Val di Susa, come se volesse quasi vegliarla dall’alto, uno degli edifici religiosi più ricchi di storia della regione e che, come è noto, fu capace di stuzzicare la fantasia di Umberto Eco quando immaginò quale potesse essere il luogo dove ambientare il suo romanzo più celebre, vale a dire “Il nome della rosa”. La Sacra (o Sagra) di San Michele infatti è un luogo mistico e in cui si respira un’atmosfera che sembra essersi fermata al Medioevo e non va neppure dimenticato che il complesso si trova proprio lungo una delle principali “direttrici” del turismo religioso, ovvero proprio quel Cammino di San Michele -conosciuto anche come la Via dell’Arcangelo- che, partendo dalla lontana Normandia arriva fino nel Sud Italia, e più precisamente nel Gargano, in Puglia. Ma andiamo a scoprire la storia di questa abbazia e quali segreti ha in serbo per il visitatore.

LA SACRA DI SAN MICHELE, SIMBOLO DEL PIEMONTE

La Sacra di San Michele è uno dei luoghi più ricchi di fascino del Piemonte, anche per via della sua particolare ubicazione che la vede svettare sullo sfondo di panorami mozzafiato o addirittura circondato dalle nebbie, come un’isola che fluttua sull’intera vallata. Situata nei pressi di Sant’Ambrogio di Torino e di Chiusa di San Michele, fu costruita fra il 983 e il 987 dopo Cristo su un grande basamento di roccia, era inizialmente luogo di un presidio militare romano e successivamente longobardo prima che si diffondesse il culto di San Michele Arcangelo: e sull’impulso a ridosso dell’anno Mille di diversi edifici religiosi in tutta Europa, cominciarono i lavori anche se di questo primo periodo rimangono poche tracce certe. Di sicuro c’è che subì già nel secolo successivo degli interventi rilevanti che donarono all’abbazia l’aspetto che oggi si può ammirare e con una netta prevalenza dello stile romanico. Dopo secoli di declino e di abbandono che si protrassero sino in epoca moderna, la Sacra cominciò a rinascere nell’Ottocento e, come accennato, fu Umberto Eco a ridare lustro a questo complesso benedettino tanto che in seguito si pensò di girare qui in un primo momento la trasposizione cinematografica de “Il nome della rosa”. Va purtroppo ricordato che nel gennaio 2018 un incendio causato da un cortocircuito ha interessato il tetto anche se i danni sono stati fortunatamente limitati e la struttura non ne ha risentito.

I SEGRETI DELL’ABBAZIA E LA “LINEA SACRA” MISTICA…

La Sacra di San Michele è uno dei simboli del Piemonte ma pure un complesso situato in una posizione strategica dal momento che rappresenta una sorta di “prima tappa italiana” della celebre Via Franchigena. Ciò che colpisce della struttura, raggiungibile a piedi attraverso due percorsi panoramici che portano al cosiddetto ripido Scalone dei Morti e poi al Portale dello Zodiaco, è la sua facciata alta oltre 40 metri ma anche la vista che dai suoi due torrioni offre al visitatore di Torino in lontananza e sulla intera Val di Susa: ma è al suo interno che sono custodite alcune piccole chicche come ad esempio la statua dell’Arcangelo Michele custodita dalla Chiesa Duecentesca e realizzata da Paul de Doss-Moroder. Non va però dimenticato che nell’abbazia sono pure sepolti alcuni illustri esponenti di Casa Savoia, c’è anche un Museo del Quotidiano mentre più suggestiva è certamente la Torre della Bell’Alda, il cui nome farebbe riferimento a una ragazza che in passato da lì si suicidò gettandosi sulle rocce. Infine, una leggenda legata all’ubicazione della Sacra stessa: secondo alcuni darebbe vita assieme ad altri sei santuari, tra Irlanda, Inghilterra, Francia, Grecia e Israele ad una sorta di misteriosa “linea sacra” (dal momento che sono perfettamente allineati sulla mappa) carica di energie mistiche e che rappresenterebbe la spada che l’Arcangelo brandì contro Satana per relegarlo nell’Inferno.