L’Ostensione straordinaria della Sindone di sabato ha riacceso l’interesse attorno al Sacro Lino che, secondo la tradizione, sarebbe il lenzuolo nel quale fu avvolto il corpo di Gesù al momento della sepoltura nel Sepolcro, testimonianza delle atroci sofferenze subite nella Crocifissione ma anche della successiva Resurrezione, che è naturalmente il cuore della fede cristiana.



La CNN dunque ha voluto proporre un ampio reportage sulla Sindone: dai consigli “turistici” a un sunto degli studi scientifici che sono a dire il vero in disaccordo fra loro, ma anche testimonianze di persone per le quali la Sacra Sindone ha giocato un ruolo davvero significativo nelle proprie vite. Ad esempio Emanuela Marinelli, che a 24 anni camminando nei pressi del Vaticano osservò in un negozio di souvenir un “bel ritratto” di Gesù che la colpì. Chiese informazioni e le fu spiegato che non era un’opera d’arte, bensì una fotografia della Sindone. “Fui sorpresa e sconcertata. L’idea che quella fosse la foto del lenzuolo funebre di Cristo con la sua immagine impressa mi sembrava ridicola. Lasciai il negozio scettica e non ci pensai più”. Correva l’anno 1975.

Marinelli si è laureata in Scienze Naturali e nel 1978 fu affascinata da una ricerca che testimoniava come tre quarti delle specie di pollini trovate sulla Sindone sono effettivamente di piante indigene della Palestina – dove non dovrebbe mai essere stata, se fosse stata creata in Francia nel Medioevo. “L’unica spiegazione possibile è che fosse a Gerusalemme prima del suo arrivo in Europa” e da quel momento l’atteggiamento della donna cambiò. Marinelli in particolare fu colpita dalla grande sofferenza che però “non ti lascia triste”.

LA SACRA SINDONE, STRUMENTO DI CONVERSIONE

Sono secoli d’altronde che scettici e credenti discutono della Sacra Sindone e la scienza non dà risposte assolute – e in ogni caso anche molti non credenti si recano a Torino per vedere questa sensazionale reliquia, che attira l’attenzione anche di chi non crede (ad essa, ma anche nella religione cristiana). “Passare dalla brulicante città moderna a trovarti improvvisamente in silenzio davanti a questa immagine di Nostro Signore dà una incredibile sensazione di pace“, che praticamente ogni turista a Torino vuole provare, qualunque siano le proprie idee in termini di fede, confermano le guide turistiche, nonostante la Sindone sia visibile pubblicamente solo in rare occasioni, dette appunto Ostensioni.

La Sacra Sindone ha favorito anche delle conversioni al Cattolicesimo: è il caso ad esempio della britannica Pam Moon, anglicana che fu colpita in modo speciale da questa illustrazione delle sofferenze del Cristo, ma con un volto sereno che richiama già alla Resurrezione. “Illustra alla perfezione quello che raccontano le Scritture, credo nella sua autenticità perché ancora oggi non si è in grado di copiarla, men che meno crearla. Per me dunque è davvero il lenzuolo che avvolse il corpo di Cristo e dal quale resuscitò”.

Moon quindi è sicura che la Sindone sia il volto umano di Dio, con le tracce del sangue di Cristo, tanto che ha creato una mostra itinerante per mostrarla in tutto il Regno Unito. “La gente crede che sia solo una faccia o un’immagine in bianco e nero, tutti restano stupiti quando scoprono che misura 15 piedi” (circa quattro metri e mezzo). Un effetto che colpisce molto anche i non cristiani, e che non sarebbe possibile per una “semplice” opera d’arte.

LA SINDONE SECONDO ARTISTI E SCIENZIATI

David Rolfe, un produttore cinematografico britannico, ha realizzato quattro film sulla Sindone e afferma che la sua vita è completamente cambiata dopo il suo viaggio a Torino. Da scettico, infatti, il suo primo documentario voleva essere una dimostrazione della falsità della Sacra Sindone. Parlando con un patologo forense si convinse invece che fosse davvero un uomo condannato a morte per crocifissione dai Romani, con tanti dettagli che difficilmente avrebbero potuto essere realizzati da un artigiano medievale. Ne fu talmente colpito che, dopo un periodo di discernimento personale, si convertì: “Solo un miracolo può averla creata”.

John Jackson fu il capo dei 40 scienziati che nel 1978 studiarono per ben cinque giorni la Sacra Sindone. Fin da piccolo questo mistero lo aveva affascinato e da fisico ma anche credente vi ha dedicato molto tempo. Con i suoi studi ha dimostrato quanto meno una notevole verosimiglianza della Sindone, corroborando dunque come minimo la possibilità che quel Lino abbia davvero avvolto un cadavere, in modo anzi talmente perfetto che sembra davvero difficile pensare che possa trattarsi di un qualcosa di artefatto.

Jackson dunque è sicuro che l’Uomo della Sindone sia stato flagellato e poi crocifisso: certo non si può avere la certezza che si sia trattato davvero di Gesù, d’altronde “non è su di essa che baso la mia fede”, ma può comunque essere un aiuto. Essa infatti continua ad essere un segno potente che non lascia indifferente l’uomo nella sua ricerca.