Colpo duro per gli induisti indiani, in un paese a larghissima maggioranza induista, governato da induisti che praticano una violenta persecuzione nei confronti delle minoranze religiose come musulmani e cristiani. Qualche settimana fa tre cristiani sono stati lapidati a morte perché accusati di aver macellato una mucca, animale sacro per gli induisti. Un tribunale dello stato di Tripura ha infatti vietato l’antichissima tradizione di praticare sacrifici animali nei templi. Una decisione decisamente animalista e anomala per un paese che vive in uno stato di arretratezza culturale enorme: la pratica dei sacrifici è stata definita “crudele e barbara”. Per adesso il divieto è esteso al solo stato di Tripura, ma già la sentenza dell’Alta corte si scontra contro il governo locale che nel corso del processo si è espresso dicendo che è “ una procedura a lungo accettata di rituali indù del metodo di culto Tantrik del Dash Maha Vidya” (dieci forme della Dea degli Indù).
UNA TRADIZIONE INDUISTA
Il tribunale ha invece anche chiesto al governo statale di aprire case di accoglienza per l’allevamento di animali donati dai devoti nei templi. “Il governo di Tripura ha proposto il tempio Devi Tripureswari come destinazione turistica internazionale preferita. Qui ci sono visitatori di tutte le credenze e fedi. Tutti i devoti desiderosi di offrire sacrifici animali per fede, credo o desideri personali possono farlo, ma devono riprendersi l’animale e in nessuna circostanza deve essere consentita qualsiasi attività di sacrificio animale”, si legge nel verdetto. Il sacrificio di animali nell’Induismo è associato allo shaktismo e ai costumi popolari delle tribù locali. I sacrifici si consumano nei templi di tutta l’India, nonostante gli scritti indù come la Bhagavad Gita e Puranas proibiscano questa pratica brutale. Al momento non si sa se ci sono state reazioni da parte della popolazione, ma è prevedibile che accada.