In occasione della celebrazione di domani della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne questa sera nello Speciale Tg1 dedicato a ‘Sopravvissute‘ tra le tante storie che verranno raccontate ci sarà anche quella della 29enne iraniana Sadaf Baghbani che pochi mesi fa è riuscita a scappare dal regime oppressivo di Teheran dopo essere stata coinvolta in una vera e propria sparatoria da parte della cosiddetta polizia morale: un evento che ha lasciato sul corpo di Sadaf Baghbani un segno ormai indelebile che le ha dato la forza interiore per farsi oggi voce di una realtà troppo spesso ignorata.
Partendo proprio da qui, è interessante sottolineare che oggi pur trovandosi al sicuro in Italia, Sadaf Baghbani continua a prendere parte alle battaglie del movimento ‘Donna Vita Libertà’ nato sulla scia dell’uccisione di Mahsa Amini nel 2022, ‘colpevole’ – almeno, agli occhi dell’oppressivo regime iraniano – di non aver indossato correttamente il velo mentre si trovava in pubblico: una vicenda che ha riacceso i riflettori sulla condizione delle donne in Iran.
La storia di Sadaf Baghbani: vittima dei proiettili della polizia iraniana, è riuscita a scappare in Italia
Tornando indietro nella – certamente difficile – storia di Sadaf Baghbani è importante ricordare che è nata e cresciuta in Iran, vittima fin da bambina di violenze di ogni tipo che l’hanno accompagnata fino a quel maledetto 2022 in cui scese in piazza per ricordare la morte di Hadis Najafi per mano (esattamente come Amini) del regime: “A Karaj – ha raccontato l’attivista iraniana a LaVocediNewYork – camminavamo e urlavamo ‘morte al dittatore’” con una fiumana di donne nella quale “nessuna portava il velo” e “tantissime guardie” a contornarle.
Non sapendo come reagire, le Guardie della Rivoluzione per disperdere le manifestanti “hanno iniziato a spararci contro” tanto che ad un certo punto Sadaf Baghbani ricorda di essere caduta a terra con un dolore che associò a dei sassi che le erano stati lanciati contro: in realtà – ma lo scoprì solo più tardi, vedendo il sangue colare dal suo viso – si trattava di 147 proiettili e solamente grazie all’aiuto di “un uomo” riuscì a portarsi in salvo fuori dalla calca.
Come se non bastasse, ferita e dolorante Sadaf Baghbani ha dovuto anche fare i conti con l’impossibilità di farsi curare e medicare visto che “gli ospedali avevano l’ordine di avvertire le autorità se arrivavamo i manifestanti feriti”: in qualche modo è riuscita a scongiurare il peggiore degli epiloghi e due anni più tardi – ovvero pochi mesi fa – grazie al “regista e attore iraniano Ashkan Khatibi” è riuscita a scappare dall’Iran per raggiungere l’Italia ed oggi resta in attesa di sottoporsi ad un delicato intervento per rimuovere alcuni dei proiettili che nel frattempo “si sono avvicinati agli organi vitali”.