L’economista Arrigo Sadun, in passato Direttore del Dipartimento Analisi Economiche e Finanziarie di Mef, ma anche direttore esecutivo del Fondo Monetario e consigliere di diversi ministri della finanza italiana, sulle pagine di Libero ha analizzato l’attuale situazione economica globale, tra crisi in Europa, Cina ed USA. Partendo da quest’ultima, ritiene che “la situazione [dell’inflazione] è alquanto difficile”.
La Fed, infatti, ha adottato una stretta monetaria, che secondo Sadun “durerà finché non ci saranno chiari segnali che l’inflazione è stata debellata“, ovvero quando scenderà sotto il 2%. In tutto questo, però, crede che altre banche falliranno, perché “la crisi del settore è stata arginata, ma non risolta” e mentre le banche sistemiche sono protette dalla Fed, lo stesso non vale per “gli istituti locali”. Passando all’Europa, invece, Sadun non vede un futuro roseo, avvertendo chiaramente che “la ricreazione è finita”. Le emergenze degli ultimi anni, infatti, hanno portato ad un rilassamento delle politiche di austerità della Bce, mentre ora “è fondamentale che si cerchi di ritornare a politiche fiscali più rigorose“.
Il futuro dell’Europa e dell’Italia per Sadun
Parlando dell’Italia, nel contesto della crisi europea, l’economista Arrigo Sadun ritiene che “molto probabile” l’ipotesi di una recessione. “Indubbiamente”, spiega, “andiamo incontro a una congiuntura economica molto difficile, ulteriormente aggravata dalle numerose incertezze” geopolitiche. Complessivamente, condivide l’idea che l’economia italiana abbia registrato un discreto aumento, ma crede anche che “sia in gran parte frutto di fattori contingenti, piuttosto che l’inizio di una fondamentale inversione di tendenza”.
Ma Sadun ci tiene anche a sottolineare che “indubbiamente le misure di sostegno alle famiglie e alle imprese hanno rilanciato consumi e investimenti” ma è presto per vederle come tendenze a lungo termine. Inoltre, sostiene che “il nuovo governo si è mostrato molto prudente sulla tenuta dei conti pubblici”, ma anche in questo caso l’altra faccia della medaglia è che “si tratta di una scelta obbligata“. Infatti, “la protezione ottenuta dalla Bce” e la situazione “incredibilmente favorevole dei mercati”, secondo Sadun “sta per finire”.
Sadun: “La Cina maschera gli insuccessi economici con l’autoritarismo”
Passando, infine, alla Cina, terzo grande polo economico mondiale oltre ad Europa e USA, Arrigo Sadun sottolinea che non “gode di buona salute”. Per Pechino il problema e strutturale perché “ha perso gran parte dei vantaggi competitivi originari e deve riorientare la propria economia verso modelli di crescita più sostenibile nel lungo periodo”. Inoltre, si aggiungono le “diverse misure per contenerne l’ascesa” adottate dagli USA contro la Cina.
Ma Sadun rimane positivo, e sottolinea che per la Cina “parlare di un collasso imminente dell’economia mi sembra eccessivo” per quanto la situazione economica sia difficile. “Le costruzioni”, spiega, “sono in crisi. I risparmi della classe media sono stati falcidiati dal collasso del mercato immobiliare e dalle turbolenze dei mercati finanziari” mentre nelle città “il tasso di disoccupazione è intorno al 20%”. E per Sadun, tutte queste difficoltà si traducono in una “tentazione del regime di rafforzare il proprio controllo sull’opinione pubblica, alimentando sentimenti nazionalisti e lo spettro di una minaccia esterna”.