Dopo aver vinto la sfida contro il Covid, BioNTech è al lavoro per sviluppare nuove terapie contro il cancro, non solo i vaccini, obiettivo per il quale tra l’altro Ugur Sahin ha fondato la società con la moglie. “Stiamo lavorando su tre diversi meccanismi d’azione per sfruttare tutto il potenziale del sistema immunitario del paziente“, annuncia al Frankfurter Allgemeine Zeitung. La prima classe è costituita dagli immunomodulatori, che “guidano e sostengono le difese dell’organismo e assicurano che la risposta immunitaria esistente possa prevalere. I tumori hanno la capacità di impedire i meccanismi di difesa del sistema immunitario“. Dal 2014 ci sono farmaci che eliminano questo blocco, gli inibitori del checkpoint immunitario, che “hanno rivoluzionato in parte il trattamento del cancro“, perché “a seconda del tipo di tumore, il 20-60% dei pazienti con tumori estesi risponde“. Ma l’obiettivo ora è quello di “migliorare questa percentuale di successo. A tal fine, stiamo sviluppando immunomodulatori che combinano diversi meccanismi. Non solo agiscono come inibitori del checkpoint, ma attivano anche le cellule immunitarie attraverso altri meccanismi“.
C’è poi una seconda classe di farmaci, gli anticorpi di precisione e le terapie con cellule CAR-T. “Queste possono essere utilizzate per trattare pazienti i cui tumori presentano determinate caratteristiche sulla loro superficie. Attualmente abbiamo una terapia cellulare CAR-T in fase di sperimentazione clinica e diversi candidati anticorpi in fase di sviluppo. Stiamo anche studiando diversi cosiddetti coniugati anticorpo-farmaco che potrebbero essere utilizzati, ad esempio, contro il cancro al polmone, al seno o alla prostata in fase avanzata. In questo caso, gli anticorpi non servono solo a stimolare il sistema immunitario in modo mirato, ma anche come molecole di trasporto per gli agenti chemioterapici“, spiega Ugur Sahin di BioNTech a FAZ. Questi vengono distribuiti al tumore “in modo mirato, il che dovrebbe ridurre significativamente gli effetti collaterali come la nausea e la perdita di capelli. Riteniamo che in meno di dieci anni questo sistema sostituirà in larga misura la chemioterapia classica“.
“VACCINI CONTRO IL CANCRO? SI ADATTA A 20 MUTAZIONI”
La terza classe di farmaci contro il cancro è quella costituita dai vaccini personalizzati. “Si tratta della nostra visione originale di poter adattare il trattamento del cancro a ciascun paziente con l’aiuto della tecnologia dell’mRNA. Da un lato, stiamo sviluppando vaccini terapeutici che presentano le caratteristiche tipiche di questi tipi di tumore al sistema immunitario dei pazienti affetti da cancro della pelle nera, cancro del polmone o carcinoma della prostata, per esempio“, spiega Ugur Sahin a FAZ. Questi vaccini si possono combinare con gli inibitori del checkpoint. “Inoltre, stiamo lavorando a vaccini completamente individualizzati. Il cancro è causato da mutazioni nel genoma, che sono diverse per ogni persona. Identifichiamo tutte le mutazioni nel tumore del paziente mediante il sequenziamento del DNA e poi utilizziamo l’intelligenza artificiale per selezionare quelle che consentono al sistema immunitario di riconoscere e distruggere le cellule tumorali“. Pertanto, viene prodotto un vaccino a mRNA che si adatta ad un massimo di 20 mutazioni. “L’intero processo richiede dalle quattro alle sei settimane. L’obiettivo è insegnare al sistema immunitario del paziente a individuare i piccoli nidi di cellule tumorali rimasti nel corpo dopo un’operazione e a eliminare le cellule tumorali in modo mirato. L’obiettivo è curare il cancro nella fase più precoce possibile della malattia, prima che si manifestino le metastasi. Questo è l’approccio che ci aspettiamo di vedere maggiormente in futuro“, prosegue l’amministratore delegato di BioNTech.
Il co-fondatore di BioNTech fa anche il punto della situazione sugli studi in corso. Ad esempio, per l’immunomodulatore di checkpoint BNT316, usato contro il carcinoma polmonare non a piccole cellule, è in corso uno studio di fase 3. Invece, per la terapia cellulare CAR-T e i candidati anticorpi, “prevediamo di avviare studi pivotali nel 2023“. Per quanto riguarda la terapia cellulare CAR-T e i farmaci anticorpi, le previsioni parlano di studi da avviare nel 2023 e 2024. “Per i vaccini individualizzati, vogliamo avviare almeno due studi pivotali. Abbiamo già pubblicato dati molto incoraggianti su pazienti affetti da tumore al pancreas. Per il carcinoma del colon è in corso uno studio di fase 2 che, a seconda dei risultati, potrebbe avere anche carattere di studio registrativo. Se questi studi avranno successo, le approvazioni nel campo dell’oncologia saranno possibili a partire dal 2026“, conclude Sahin.