Sal Da Vinci vittima di un furto a Napoli. Nella notte di giovedì due ragazzi hanno rubato il suo scooter, ma una pattuglia dei carabinieri si è accorta di quello che stavano facendo e li ha messi in fuga, riportando al cantante il mezzo. «Non mi sono accorto di nulla, hanno fatto tutto i carabinieri che non posso non ringraziare», racconta l’artista a Il Mattino. La scooter ha riportato qualche danno, ma Sal Da Vinci non se ne preoccupa. «Ci sono cose più importanti a cui pensare». Per Sal Da Vinci comunque non è un caso isolato: «Non è la prima volta che mi succede». Questa vicenda gli permette però di fare un’analisi sui tanti ragazzi che sbagliano: «Ho trovato la musica per non prendere strade sbagliate e tanti ragazzi, dal carcere di Nisida, sono venuti a lavorare con me costruendosi una carriera nella legalità».



Per il cantante bisogna parlar loro: «Chi commette reati difficilmente si arricchisce, non compra una casa, non risolve la vita. Rischia solo di rovinarsi». Ma non può essere solo colpa di messaggi sbagliati: «Non dobbiamo assolvere o colpevolizzare, ma cercare di capire sì».

SAL DA VINCI DERUBATO “CERTA MUSICA INFLUISCE PERCHÉ…”

Per Sal Da Vinci anche la musica ha il suo ruolo, non sempre aiuta. «Spesso, purtroppo, pure un certo tipo di musica contribuisce: penso a quei generi importati da Oltreoceano che ostentano ricchezza. Di chi fa credere ai nostri scugnizzi che sia un valore avere scarpe da migliaia di euro, una macchina importante o un Rolex al polso», dice a Il Mattino. Molti artisti vogliono dimostrare di aver raggiunto certi traguardi con sacrifici, dando il messaggio che tutti possono farcela. «Altri lo fanno solo per pura ostentazione ed è questo il messaggio che non possiamo tollerare. Ai ragazzi dico sempre che è meglio un pezzo di pane onesto che non una vita di pericoli con un bell’orologio sul polso», prosegue il cantante.



A proposito, invece, di alcuni giovani che, seppur criminali, vengono raffigurati sui muri come esempi, Sal Da Vinci chiarisce: «Da un lato comprendo le istituzioni che giustamente provano a rimuovere certi esempi, dall’altro mi metto nei panni di una famiglia straziata che magari invece di fare interviste vuole dire attraverso alcuni simboli agli altri ragazzi: Ecco cosa succede quando si prende la strada sbagliata».

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