E’ scontro fra la Lega e la Rai dopo l’intervista del sindaco di Milano, Beppe Sala, su Rai 3. Il primo cittadino meneghino ha parlato del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, facendo andare su tutte le furie il partito del Carroccio che ha quindi chiesto spiegazioni ai manager della televisione pubblica. “Di politici che vanno in paradiso non ce ne sono, neanche io – le parole di Sala ospite di un programma di Rai 3, rispondendo ad una domanda di Massimo Gramellini – Fontana lo manderei in purgatorio: bisogna espiare le colpe ma anche ammetterle. Quello che dico a Fontana è ‘ammetti che hai sbagliato qualcosa, non succede nulla’”.



Il riferimento è ovviamente alla gestione della pandemia di covid, e alle molteplici accuse nei confronti dell’amministrazione lombarda in questi ultimi mesi, sempre respinte dai destinatari e rimandate al mittente. Come dicevamo, l’intervista di Sala sul terzo canale non è piaciuta alla Lega, che ha prontamente replicato: “Ieri sera in prima serata su Rai 3 durante la trasmissione ‘Le parole della settimana’ – dichiarano i i deputati Lega in Commissione Vigilanza Rai: Massimiliano Capitanio, Dimitri Coin, Elena Maccanti e Alessandro Morelli – il duo Gramellini-Sala è tornato ad attaccare Attilio Fontana senza contraddittorio, con il Sindaco di Milano che specula sull’emergenza e le questioni sanitarie al solo scopo di attaccare il Governatore della Regione”.



LEGA VS RAI PER SALA-FONTANA: MA I DUE SONO D’ACCORDO SU UNA COSA…

E qui l’affondo: “È scandaloso che il servizio pubblico pagato dai contribuenti diventi strumento di propaganda politica ed elettorale della maggioranza Pd-M5S. Una brutta pagina di giornalismo e di televisione ma, soprattutto, l’ennesimo caso inaccettabile di mistificazione della realtà offerto dal servizio pubblico che porteremo in Commissione di Vigilanza”. Che Sala e Fontana non si amino lo sanno “anche i muri”, e la pandemia di covid ha di fatto acuito le loro differenze di vedute anche se su una cosa i due amministratori lombardi sembrano concordi, che venga semplificato se non addirittura abolito il famoso sistema a zone d’Italia: “Al di là di dare colpe – ha infatti aggiunto il sindaco di Milano sempre durante l’intervista su Rai 3 – noi abbiamo scelto un sistema complessissimo, in Germania la Merkel ha detto come fare, noi abbiamo venti parametri, giallo rosso, arancione. Ma tutto dipende dalla bontà dei numeri. dunque, i numeri non possono essere una opinione”.

Leggi anche

DIARIO ARGENTINA/ Le promesse e le crisi che accomunano Milei e Meloni