Dopo l’annuncio del sindaco di Napoli Luigi de Magistris a prossimo candidato Presidente della Regione Calabria, è stato contattato dall’Adnkronos Antonio Saladino per un immediato commento: ex presidente della Compagnia delle Opere della Calabria ma soprattutto principale indagato dell’inchiesta “WhyNot?” condotta proprio dall’ex pm di Catanzaro. Per quella lunghissima vicenda giudiziaria Saladino è stato assolto, perché il fatto non sussiste, al Tribunale di Salerno, dove si è celebrato il vero processo ‘WhyNot?’: ma per anni è stato indagato e sbattuto tra intercettazioni e presunte testimonianze sulle prime pagine nazionali.



«Sono paradossalmente contento che De Magistris si candidi come governatore della Calabria, perché la Calabria, evidentemente, merita questo. Penso che se uno facesse una proposta del genere a un sardo, a un siciliano o a un pugliese, ne ricaverebbe una pernacchia, ma evidentemente la Calabria è considerata una discarica. Mandare in Calabria un politico fallito, che ha distrutto Napoli e che quindi in Campania non vuole più nessuno, significa che tutto fa brodo», attacca ancora Saladino nel lungo commento sull’Adn.



SALADINO SVELA ANOMALIE DI “WHY NOT”

L’ex n. 1 della Cdo Calabria spiega di essere stato accusato dall’ex magistrato oggi sindaco di essere addirittura il capo della ‘Loggia di San Marino‘, dove «Romano Prodi sarebbe stato un mio adepto – ricorda Saladino -, ma è finita che sono stato assolto, perché il fatto non sussiste». De Magistris nell’inchiesta ‘Why Not‘ pensava «a un complotto pluto-massonico-giudaico contro di lui, e aveva accusato me e una serie di magistrati che nemmeno conosco. E questo processo, più di cento udienze in 5 anni, si è concluso con l’assoluzione di tutti». Non solo, Saladino rivela alcuni punti assai “anomali” dell’inchiesta portata avanti dal candidato alla Presidenza della Regione Calabria: «Con l’inchiesta Why not sono saltati fuori “controlli telefonici” di persone importanti De Magistris, ricordo il cellulare di Gratteri, quello delle suore del Papa, solo perché erano di Comunione e Liberazione, poi i telefoni dell’ambasciata americana e del capo della Dda, dei servizi segreti, tanti altri».



Per Antonio Saladino il metodo utilizzato da de Magistris e che ha colpito lui in prima persona è stato documentato dai fatti nel corso dei processi: «L’inchiesta ‘WhyNot?’ Una grande bufala, un disastro, ma sta nei fatti che con quella inchiesta lui è diventato famoso e da lì lui è entrato in politica». Al netto di ciò, in modo provocatorio, Saladino ribadisce «sono contento che De Magistris venga perché anche qui dimostrerà il suo fallimento politico, come ha già dimostrato da magistrato. La candidatura di De Magistris non avrà successo». Anche se perde, ipotizza l’ex Compagnia delle Opere, «avrà uno stipendio, perché in ogni caso entrerà in Consiglio regionale. Triste parabola: cerca una poltrona perché fra poco sarà disoccupato. Shakespeare diceva che il mondo è un teatro e ognuno recita la sua parte, e De Magistris è un grande attore, stranamente invitato in tv nel ruolo di saggio, anche se non capisco che saggezza abbia». Nella lunga invettiva contro de Magistris, Saladino conclude «è uno che parla continuamente dei poteri forti pur essendo stato parlamentare europeo e due volte sindaco di Napoli. Ma allora, poteri forti di chi? Io ho una caffetteria e giro con una Fiat 500 a noleggio, eppure io sarei il ‘potere forte’ e lui quello debole?».