Salaì, pseudonimo di Gian Giacomo Caprotti, è stato il pittore designato come ‘erede’ di Leonardo da Vinci. Stando le ricostruzioni, Salaì era il suo allievo prediletto, che l’artista accolse nella sua bottega quando aveva solo 10 anni. “Giacomo venne a stare con meco il dì della Madonna del 1490, d’età d’anni 10”, si legge direttamente nei suoi appunti. Gian Giacomo – questo il suo vero nome – era il terzogenito di Pietro de Oreno e Caterina Scotti. Aveva due sorelle, Angelina e Lorenziola, ma ben presto si allontanò dal paese natale per andare a vivere a Milano, dove frequentò per un lungo periodo il laboratorio di Leonardo. Sul primo foglio del Manoscritto C, oggi conservato a Parigi presso l’Institut de France, si rinviene una descrizione approfondita del carattere di Salaì, un giovane molto ostinato con cui Leonardo ebbe un rapporto non facile. Presente anche il racconto di alcune delle sue malefatte: “Il secondo dì gli feci tagliare due camicie, un paro di calze e un giubbone, e quando mi posi i dinari a lato per pagare dette cose, lui mi rubò detti dinari della scarsella, e mai fu possibile farglielo confessare, bench’io n’avessi vera certezza – lire 4”.
Chi era Salaì: cenni biografici
In ogni caso, dopo i primi anni di gavetta, Salaì divenne prima modello e poi a tutti gli effetti artista. Gian Giacomo Caprotti ebbe una carriera indipendente nell’ambito dei cosiddetti leonardeschi, anche se di lui restano solo i dipinti attribuitigli per tradizione. Non si hanno notizie, dunque, riguardo a commesse specifiche, e in effetti la sua figura è stata trascurata nella storia dell’arte. Potrebbero essere sue una Madonna col Bambino e Sant’Anna, realizzata sul calco di un’opera di Leonardo. Salaì seguì l’artista nei suoi viaggi e – dopo la morte – ricevette in eredità mezza vigna in Porta Vercellina. Morì nel 1524 di morte violenta, forse per via di un colpo di fucile sparato accidentalmente. I cronisti e gli studiosi d’arte dell’epoca lo menzionano frequentemente, mentre Caprotti non appare quasi mai nelle enciclopedie moderne. Il Vasari, in particolare, cita solo lui fra tutti i discepoli di Leonardo.
Salaì: la controversa questione dell’eredità
Dopo la morte, la vedova e le sorelle si contesero l’eredità di Salaì, e nel 1525 fu steso un inventario ancor oggi oggetto di diverse controversie e dibattiti. Tra le varie voci, infatti, sono presenti alcune delle presunte opere di Leonardo, la Leda, il San Girolamo, la Sant’Anna, il San Giovanni Battista e la Gioconda, ma non è chiaro se si tratti degli originali o di copie fedeli realizzate dallo stesso allievo. La vicenda rimane tuttora aperta.