Il lavoro mal pagato e sfruttato è uno dei principali problemi che scoraggiano chi è alla ricerca di un’occupazione. Senza contare che, con i rincari da cui siamo stati travolti, è difficile sostenere le varie spese se anche la retribuzione non è adeguata. Da tempo quindi si discute sul salario minimo, seppure su più fronti non sia considerata la giusta soluzione. Lo stesso Cnel, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro attualmente presieduto da Renato Brunetta, si è mostrato contrario, e anche il Governo tentenna, mentre continua il ‘muro contro muro’ tra maggioranza e opposizione. Forza Italia, come riporta La Verità, ha presentato la sua proposta di legge che affossa il salario minimo pensato dal Pd.
IlPartito Democratico aveva proposto un salario minimo di 9 euro all’ora, e di tutta risposta approda in Commissione Lavoro l’idea di Forza Italia: nessuna retribuzione stabilita per legge ma dove non c’è un contratto, si applica il compenso previsto nel settore equivalente. La proposta di legge, a firma del capogruppo Paolo Barelli, intende seguire le linee guida dello Cnel: puntare sulla contrattazione, individuare un meccanismo che consentisse di adeguare i contratti che prevedono retribuzioni base e rinnovare quelle intese che da tempo non vengono aggiornate all’inflazione e quindi zavorrano surrettiziamente il tenore di vita di chi lavora .
SALARIO MINIMO, COSA PREVEDE LA PROPOSTA DI FORZA ITALIA
La proposta è chiara: lì dove non c’è un contratto spetterà all’Inps individuare, andando a verificare gli accordi raggiunti dalle parti sociali sui settori di riferimento, la retribuzione equivalente. Non solo. Perché la proposta di legge punta anche sulla defiscalizzazione di tredicesime, straordinari e notturni. Come si legge nel testo “a decorrere dal 1° gennaio 2024, nel limite complessivo di 5.000 euro annui per ciascun beneficiario, per i lavoratori dipendenti del settore privato titolari di reddito di lavoro dipendente non superiore a 25.000 euro annui, non concorrono alla formazione del reddito imponibile la tredicesima mensilità e le retribuzioni lorde corrisposte in relazione alle prestazioni di lavoro straordinario e di lavoro notturno”.
Quanto previsto in questa bozza di lavoro, che esclude il ricorso al salario minimo, potrebbe vedere l’intervento e l’appoggio anche delle altre forze di maggioranza. A La Verità il capogruppo di Forza Italia in commissione Lavoro, Chiara Tenerini, ha chiarito: “volevamo fare un passo in avanti rispetto a quello che era emerso con evidenza nelle ultime settimane. Siamo contro il salario minimo non per una questione ideologica, ma perché riteniamo che abbia delle contraddizioni e dei limiti abbastanza palesi. Rischia di dare una spinta al lavoro nero e non copre le differenze tra i diversi territori, per esempio. Al tempo stesso, però, il problema del lavoro povero esiste e come Forza Italia abbiamo voluto fare una prima proposta rispetto alla quale speriamo poi possa convergere tutta la maggioranza.” Intanto si attende il primo esame dei provvedimenti e le audizioni dei partiti di opposizione.