L’attuale situazione economica e sociale rischia di avere ricadute sui costi da pagare per le persone con disabilità e le loro famiglie e sul lavoro domestico, comparto che sarebbe interessato dal salario minimo per legge. Per questo, la FISH (Federazione italiana per il superamento dell’handicap), ha guardato con interesse il dibattito sul salario minimo perché “questo avrebbe impattato significativamente sulla tenuta economica sia delle persone con disabilità sia delle loro famiglie, costrette per la condizione in cui vivono e la mancanza di servizi strutturati a ricorrere al lavoro domestico”.
Tali contratti sono stati oggetto di nuovi accordi sui minimi retributivi, a causa dell’aumento del costo della vita, con conseguente “scatto” in avanti delle retribuzioni stesse a partire dal 1 gennaio 2023. Si tratta di “costi crescenti che hanno inciso pesantemente sulle stesse persone con disabilità e sulle loro famiglie già gravate da situazioni quanto mai complicate, rischiando di diventare insostenibili” si legge nel comunicato.
Salario minimo, presidente FISH: “Ci aspettiamo provvedimenti economici”
L’aumento dei costi del lavoro domestico ha ripercussioni sulle persone con disabilità e sulle loro famiglie. Secondo la FISH, “un’eventuale introduzione del salario minimo per legge, aumenterebbe ancor di più il costo del lavoro domestico con un ulteriore impatto economico su coloro che necessitano di assistenza personale in varie fasi della vita quotidiana, dalle più semplici alle più complesse, andando a rendere concreto sempre più il “viatico ideale” per un’ulteriore segregazione delle persone con disabilità“.
Per questo motivo, spiega il presidente della Federazione Vincenzo Falabella, “ci aspettiamo nei prossimi provvedimenti economici specifici interventi perché è certamente sacrosanta l’attenzione alla situazione dei lavoratori e delle lavoratrici ma tali provvedimenti impattano anche sulle persone con disabilità e sulle loro famiglie ormai alle soglie della povertà, se non già oltre quelle soglie”. Per questo, secondo il presidente FISH, bisognerebbe ricordare “sempre che disabilità e povertà si potenziano reciprocamente, in una sorta di circolo vizioso, ciò che si tocca ancor più con mano in situazioni di crisi come quella attuale”.