Augh. Capo Inps ha parlato e ora possiamo tutti iniziare la danza della guerra. Guerra contro la povertà, contro i bassi salari, contro il rialzo dell’energia, contro gli sprechi, contro le pensioni da fame.

Leggere per credere. O meglio ancora: leggere per non crederci. Non è possibile che davvero il presidente dell’Inps Tridico abbia rilasciato queste dichiarazioni. Mannò: Tridico non può essersi casalinizzato! Non ci credo manco se lo vedo: non è possibile che Giggino ‘a purpetta’ si sia travestito da Tridico. E se invece fosse l’inverso? Se fosse Tridico a essersi vestito da ministro degli Esteri?



Cioè. Avete presente quell’Istituto che non apre le porte alla gente, che rilascia le pensioni con un certo qual ritardo, che evade (si dice così: non è colpa del sottoscritto se il lessico “inpsese” ricalca quello della Banda Bassotti) le pratiche con qualche anno di comodo ritardo, che se avete diritto al sussidio di disoccupazione e siete poco più che ventenni, ve lo recapitano a casa con la prossima mensilità della pensione? Ecco, se avete presente tutto questo mezzo-disastro (mezzo perché bisogna sempre far conto sulla buona volontà della gente che ci lavora e che non è mica tutta tridicizzata e tridicizzabile), non farete fatica a chiedervi come mai uno che governa ‘sto clamoroso fallimento si (per)metta di spiegare agli altri quel che devono fare per risolvere i loro problemi.



Volete abolire la povertà? Ghe pensi mì! Risolvere il problema dei bassi salari? Facile, seguite me ed entrerete nel Regno dei Cieli. I sindacati fanno fatica (eufemismo) a entrare nelle aziende più performanti? Glielo spiego io come devono agire.

Insomma Giggino al quadrato: quello ha abolito la povertà. Questo abolisce antipasto, primo e pure il contorno.

L’ozio è il padre di tutti i vizi diceva (nel suo misto italo-franco patois) la mia nonna che da brava contadinotta era usa a non buttare nulla, soprattutto di quella risorsa che per lei era oro, cioè il tempo. Ecco: se proprio Tridico non sa cosa fare, possiamo fargli giungere un piccolo elenco di cosucce da sistemare dentro l’Inps. Un comodo inventario di circa 600 pagine a interlinea uno. Se li eliminasse, sarebbe già un bel passo avanti nella condizione di tanta povera gente.



Poi oh, mica ha torto Tridico quando tira fuori certi argomenti: gli è che a noi quando la lezione ci viene da chi ha palesemente fallito, a noi poveracci, per dirla alla Dario Fo, a noi ci girano. Perché di fallimento in fallimento noi tutti italiani, per esempio, coi soldi che abbiamo dato all’Alitalia e a quei grandi economisti e manager che dovevano guarirla, noi ci avremmo fatto il giro del mondo in business con tanto di champagne (millesimato e Grand Cru, ovviamente) offerto.

Capite allora che se le ricette che Tridico propone per risolvere il salario minimo e la questione della rappresentanza sindacale sono furbe e utili come quelle che ha applicato per far funzionare l’Inps, eh, a noi il sospetto che dietro certe dichiarazioni ci sia il solito giochino per cui ci si prepara al consueto”‘altro giro altra corsa”, a noi ci viene. Massì: visto che l’Inps ora funziona come un orologio (non elvetico, né atomico però: diciamo come la pendola della vecchia zia rimbambita che si dimentica da una decina d’anni di ricaricarla), prepariamoci a passare ad altri incarichi. In pieno e spregiudicato spirito di servizio, ovviamente: che non si pensi che noi economisti di un certo livello si facciano le cose peraltro che per spirito di servizio e in umiltà francescana!

L’Inps ha problemi, ma riteniamo che né il salario minimo per legge, né la legge sulla contrattazione siano la soluzione: avete presente, per dirne una, come funzionano le leggi in Italia? Si fa la legge (tempo un decennio dovremmo farcela), la si scrive (più o meno bene: diciamo che suggeriamo se proprio si deve che a buttarla giù non siano i genialoidi che si sono inventati la norma sulle ristrutturazione edilizie e sul 110%), poi la si interpreta (per gli amici) o la si applica (per i nemici). Il tutto in tribunale, ovviamente: i tempi saran quel che saranno, i risultati pure. Ma intanto Tridico avrà tirato la volata a quelli, anche tra i sindacati sia detto senza inciso, che da qualche decennio pensano di risolvere i problemi strutturali interni alle associazioni datoriali e dei lavoratori, con una bella norma generale. L’ideologia è sistemata e la prossima cadrega di Tridico pure: tu fai un favore a me e io ne faccio uno a te. Che poi questo risolva la questione dei lavori sottopagati, eh, mica possiamo pensare a tutto! E se venissero a mancare i poveracci poi la rivoluzione chi la fa? Le signore dei salotti televisivi? Eh, signor mio: beato lei che ha tempo per ridere. Io domani ci ho la seduta ayurvedica per stirarmi questa rughetta sul mento e mi vedo con il mentore vegano che mi deve rifare la dieta al mio Fuffino che non abbaia più come una volta.

I riders sono sottopagati? Dice Tridico: alziamo per legge il minimo stipendiale. Perfetto: poi chiariamo all’operaio che la pizza serale che ieri gli costava 15 euro ora gliene costa 20. Che un economista usi di questi argomenti per spiegare che siccome è in atto un vertiginoso aumento dell’energia allora i sindacati accettino una legge sulla rappresentanza è talmente illogico che i casi sono due. Tridico sta dando di matto (ma non ci crediamo mica, anzi). Tridico sta parlando d’altro. E qui invece non facciamo fatica a crederci.

Non vorrei essere frainteso: l’intervista di Tridico è bella. E sia detto senza ironia: era da un po’ che non leggevamo un testo così dadaista da sembrare surreale. È stato come aspettarci Giotto e trovarci di fronte ad uno dei 90 mitici barattoli di Piero Manzoni. Bella nel senso che ci ha reso la giornata più piacevole: due battute, tre ricette, un paragone degno di Emanuele Tesauro e via. Problema risolto: venghino siori e siore qui non solo risolviamo un problema via l’altro ma ci attrezziamo anche per i miracoli. C’abbiamo in mano la pozione che fa crescere i capelli, smagrisce i sessantenni in sovrabbondanza adiposa, fa sparire i lavori poco pagati, fornisce a tutti un tetto e una pensione più che dignitosa e rende perfino belli! Chevvi credevate? che noi si scherzasse? Noi siamo seri, noi! E infatti la prova che noi si ha ragione, tridicizziamo anche noi vedi mai che ci offrano uno strapuntino da qualche parte, gli è che la ricetta che proponiamo in Germania funziona alla grande.

Orbene: al di là del fatto che ci permettiamo, per frequentazione qualche campione di società germanica lo conosciamo e, tranne che si voglia applicare la solita ricetta trilussiana, dubitiamo molto che perfin lì il teorema tridicico abbia dato i risultati da lui sbandierati, ma voi, voi italiani di media zucca e di media vita, ma voi ci credete che la ricetta germanica venga applicata con teutonico metodo nella penisola del Bel Paese? Avete presente quali spettacolari risultati si otterranno?

Qui siamo il Paese dove in troppe aziende il salario con una mano viene dato (in contanti) e con l’altra lo si restituisce. Questo è il Paese dove gli stage sono la condizione di lavoro normale fino ai 35 anni medi, questo è il Paese dove il Reddito di cittadinanza, voluto e pensato anche da qualche amico tridicico, si è tramutato in una distribuzione urbi et orbi (soprattutto orbi per la verità) senza troppi controlli.

Aspettarci che la ricetta di Tridico risolva questioni così complesse per mezzo di formule da salotto ci ricorda troppo da vicino la speranza che gli ucraini ripongono negli appelli alla pace di Giggino nostro.

Ci permettiamo, l’avrete capito, mica siete presidenti dell’Inps voi, di dissentire profondamente: la legge sulla rappresentanza non riporterà i sindacati nelle aziende, ma questi ci arriveranno solo alla fine di un percorso di ripensamento e riforma interno. Drogarne la rappresentatività per legge non li aiuta e anzi li affossa mettendone in mano il destino alla politica e allo Stato. Grazie ma anche no: avete presente come lavorano bene i sindacati in Cina dove la loro attività è regolata da un organismo chiamato Congresso Nazionale dei Rappresentanti del Popolo?

La contrattazione collettiva funziona nella misura in cui la società cresce e, in ogni caso, essa assicura ancora una redistribuzione. Si può fare più e meglio? Certo. Cominciando a ridurre i costi “indiretti” che ricadono su lavoratori e aziende. Magari Tridico ci può spiegare qualcosa in merito: suggeriamo per la sua prossima intervista un argomento tipo come ridurre la percentuale salariale che dalle tasche delle imprese transita, senza fermarsi, nelle buste paghe dei lavoratori per finire nelle casse dello Stato (Inps compresa)?

Magari alle prossime elezioni vinceranno i fautori del ritorno allo statalismo, ma noi speriamo sempre che si affermi chiunque, destra, sinistra centro, sopra e sotto, vorrebbe meno Stato e più Società. E pazienza se Tridico non capisce. In fondo lui è un economista, mica sa come funziona la vita di tutti i giorni!

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI

Leggi anche

SALARI E POLITICA/ Le due strade davanti all'Italia per sconfiggere il lavoro poveroSINDACATI E CONTRATTI/ La risposta a salario minimo e inflazioneSPILLO SINDACALE/ Gli errori di Landini e Bombardieri sulla rappresentanza