Le firme raccolte per la petizione di Pd e M5s sul salario minimo sono farlocche: a sostenerlo è Libero, che ha fatto un test per mettere alla prova il sito. Così è emerso che accetta anche le sottoscrizioni di persone inesistenti, come Sbirulino e Ape Maia, o morte, come Stalin. Ne hanno registrati diversi, da Mao Tse-tung a Ho Chi Minh, fino al cavallo di Caligola, dopo che il Partito democratico aveva esultato per il primo traguardo delle 200mila firma. Nel sito però si possono inserire nomi, cognomi e cap a caso, inoltre dallo stesso indirizzo e-mail si possono fare infinite sottoscrizioni. “Noi l’abbiamo fatto trenta volte, ma avremmo potuto continuare per tutto il giorno”, scrive Luca Puccini sulle colonne del quotidiano.



La fantasia non è mancata: dalla Carica dei 101 ad Osama Bin Laden, passando per Attila Flagello di Dio, Padre Ralph e Don Matteo, ci sono pure Ugo Fantozzi e il collega Filini. L’elenco prosegue con Tex Willer e Ken il guerriero. Non tutti gli elettori dell’opposizione però hanno esultato sui social, infatti in molti hanno chiesto spiegazioni in merito al valore di queste firme, se possano essere certificate per un referendum o per una proposta di legge. C’è chi si è limitato a chiedere chi autentichi queste firme. Ma non è l’unico problema emerso.



FIRME FARLOCCHE E SITO IN TILT: PETIZIONE PD-M5S FLOP

Durante l’esperimento di Libero il sito lanciato per la petizione Pd-M5s sul salario minimo si è impallato. Forse per le troppe richieste? Di fatto, la pagina è andata in tilt, come peraltro era accaduto nelle primissime ore della sottoscrizione. Per l’opposizione era il segno “dell’innegabile successo” di questa iniziativa, infatti si erano affrettati a ringraziare tecnici e programmatori che si erano occupati del ripristino della petizione online, mentre altri avevano già urlato all’hackeraggio.

Altro aspetto interessante che evidenzia Libero nell’edizione odierna è che sul sito per la petizione sul salario minimo si precisa che alla raccolta firme possono partecipare cittadini italiani e quelli che vivono all’estero. Ma non c’è alcun controllo. E non cambia nulla se alla fine si può registrare praticamente chiunque, anche l’Armata Brancaleone, quella a cui vengono accostati  dal quotidiano proprio Elly Schlein e Giuseppe Conte.