È durato due ore circa il vertice tra governo e opposizioni sul salario minimo, ma le posizioni restano distanti. Pur ribadendo la sua contrarietà all’introduzione della misura, la premier Giorgia Meloni ha proposto una specie di mediazione: “Proviamo ad avviare con il Cnel un percorso celere ma attento per una proposta condivisa su lavoro povero e salari bassi“. Al termine del confronto, la presidente del Consiglio ha spiegato: “Ci interessa quando viene posta la questione del rafforzamento dei salari, il tema del contrasto al lavoro povero ci interessa, purché ci si comprenda. Ci sono divergenze sugli strumenti e ho proposto un confronto molto più ampio che coinvolga il Cnel. Abbiamo proposto un lavoro da fare insieme, da completare in 60 giorni (che corrisponde al tempo del rinvio della discussione in Parlamento sul salario minimo, ndr), abbiamo la disponibilità del Cnel per capire se c’è un margine per condividere soluzioni che possano essere efficaci“. L’obiettivo della Meloni è “arrivare a una proposta in tempo per la legge di Bilancio ma non vorrei che fosse della maggioranza o delle opposizioni, non sarebbe un buon metodo di dialogo, un buon metodo di dialogo è provare a lavorare insieme“. Meloni ci tiene a fare chiarezza su un punto: “Non si prende in considerazione il fatto che per lavoro povero si intende il reddito che hai in famiglia, il che non significa quanto ti pagano a ora: puoi venire pagato sopra i 9 euro e essere lavoratore povero. La materia va affrontata perché il problema in Italia c’è. L’ho detto ai miei interlocutori, il problema per cui i nostri salari sono più bassi dalla medi europea è perché la nostra crescita è più bassa. Lavoriamo sulla crescita, questa è la strada che bisogna affrontare“.
Al termine del vertice Meloni–opposizioni, la Lega ha diffuso una nota ufficiale in cui “ribadisce la propria determinazione ad aumentare occupazione, stipendi e pensioni valorizzando l’Italia dei sì rappresentata dai tanti cantieri sbloccati e dalle opere ambiziose come il Ponte sullo Stretto che – da solo – garantirà almeno 100mila posti di lavoro tra Calabria e Sicilia eppure non piace al centrosinistra“. A proposito dell’opposizione, il Carroccio constata “la posizione ideologica“, in quanto “parla di salario minimo e di reddito di cittadinanza per spirito di contestazione e fingendo di ignorare – per esempio – le troppe storture del sussidio. A maggior ragione, la rigidità delle minoranze in Parlamento è singolare ricordando i quasi dieci anni in cui il Pd ha partecipato a dei governi (anche senza aver vinto le elezioni) e in cui non è apparso particolarmente brillante a proposito di difesa del lavoro e delle pensioni“.
Anche Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, auspica l’aumento dei salari degli italiani. “Abbiamo proposto che il Cnel faccia un’analisi approfondita della situazione, abbiamo ribadito la proposta di FI che va nella direzione di un salario minimo non fissato per legge ma che sia stabilito dalla contrattazione collettiva, che va rafforzata“. Tajani è anche favorevole “alla detassazione degli straordinari, delle tredicesime, dei premi. A volte ci sono delle rigidità da parte delle opposizioni, ma noi riteniamo un salario minimo fissato per legge non utile. Vogliamo lavorare per dare agli italiani stipendi più ricchi“. (agg. di Silvana Palazzo)
VERTICE MELONI OPPOSIZIONI: DISTANZE SU SALARIO MINIMO
Ancora distanza tra la premier Giorgia Meloni e le opposizioni sul salario minimo: è quanto emerge al termine dell’incontro odierno. “Sostanzialmente ognuno resta sulle proprie posizioni. Palla al centro“, riferiscono fonti dei partiti di maggioranza citate da Repubblica. La presidente del Consiglio ha ribadito la sua di contrarietà all’introduzione della misura, motivandone le ragioni, nel suo intervento di apertura, proponendo un percorso “attento” ma comunque “celere” per arrivare ad una proposta “condivisa” di contrasto al “lavoro povero e ai bassi salari“. Un percorso che deve partire dall’analisi di dati puntuali e dall’analisi delle ripercussioni di ogni possibile iniziativa legislativa. “Penso che la sede più appropriata, nel rispetto della costituzione, sia il Cnel“, ha aggiunto Meloni. Il suo intervento è stato seguito da quello delle opposizioni che hanno illustrato le loro proposte. Al termine del vertice le delegazioni si sono riunite in una sala di Palazzo Chigi. Per quanto riguarda gli altri componenti del governo, sono intervenuti i due vice premier Matteo Salvini (in videocollegamento dalla Toscana) e Antonio Tajani e la ministra del Lavoro, Marina Calderone. Per Salvini, il rischio col salario minimo è che fissando una paga base a 9 euro l’ora si abbassino gli stipendi all’80% dei lavoratori che oggi guadagnano di più, ma è d’accordo sul lavorare contro contratti pirata e sfruttamento, ma col 90% dei lavoratori già coperti e tutelati da contratti nazionali, sarebbe meglio concentrare gli sforzi su altro. Inoltre, commercianti e artigiani già in difficoltà rischierebbero di chiudere.
“Ci aspettavamo una novità politica dopo quattro mesi di discussione, ma non è arrivata. Non c’è una proposta alternativa del governo e questo a noi pare un problema. Giorgia Meloni ha detto che il tema è importante e vuole confrontarsi con le opposizioni sulla materia complessiva, quindi è un primo risultato. Continueremo la nostra battaglia politica sulla nostra proposta di legge“, ha dichiarato Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana. Più positiva la prospettiva di Carlo Calenda di Azione: “Incontro ancora interlocutorio, ma nessuno ha sbattuto la porta. Siamo andati nel merito dei dubbi del governo, che sono stati specifici e non generici. La proposta che ci ha fatto la presidente del Consiglio è di un intervento più ampio dentro cui non c’è pregiudizio a discutere della proposta del salario minimo. Non ci sottrarremo al dialogo. Questo è il primo passo, verso la direzione giusta. L’approccio non è stato ideologico, ma di merito, ne va dato atto“.
Decisamente critico Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle: “Siamo arrivati con uno spirito costruttivo. Meloni aveva chiesto un confronto, noi ci siamo, solo che oggi non c’è stata nessuna controproposta. Ha detto di coinvolgere il Cnel di Brunetta, a noi sembra che si voglia buttare la palla in tribuna. Di fronte alla nostra proposta, ai dubbi espressi e a cui abbiamo risposto, non c’è stata alcuna controproposta. Il governo non ha le idee chiare e vuole coinvolgere il Cnel. Posizione ideologica? Ci sono stati chiesti chiarimenti e li abbiamo forniti. I nostri interventi sono stati tutti nel merito, spiegando punto per punto i passaggi significativi del testo che secondo me il governo non ha approfondito puntualmente“. Sulla stessa lunghezza d’onda Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico: “Il governo non ha le idee chiare, non ha una sua proposta. Arrivavamo qua aspettandoci novità dal governo, che ci sembra rimasto sulle sue posizioni. Abbiamo spiegato la nostra proposta, ma da parte del governo non sono arrivate né risposte né proposte alternative. Il governo ha gli strumenti per approfondire e fare una proposta, ma noi andremo avanti“. (agg. di Silvana Palazzo)
VERTICE MELONI CON LE OPPOSIZIONI PER DISCUTERE DI SALARIO MINIMO
Si terrà oggi in giornata a Palazzo Chigi il delicato vertice tra il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e le opposizioni per dialogare sulla proposta di legge del salario minimo: in attesa di avere un calendario con tutti gli orari specifici degli incontri, la vigilia del “tavolo” di lavoro fra Governo e centrosinistra è stata accompagnata dalle tante polemiche per il recente doppio Decreto Omnibus approvato in CdM lo scorso lunedì.
Dalla tassa sugli extramargini delle banche fino allo stop al Reddito di Cittadinanza, dal decreto sul caro-voli all’appunto ribadita contrarietà sul salario minimo per legge: le risposte date dalla Premier Meloni nel suo lungo video-social pubblicato mercoledì in risposta alle tante critiche per i decreti in Consiglio dei Ministri non hanno convinto tutte le opposizioni, in particolare il Pd e il M5s restano sul piede di guerra contro il Governo di Centrodestra tanto da mettere in dubbio in un primo momento il tavolo odierno sul salario minimo.
CALENDARIO INCONTRI DI OGGI: DAL PD AL M5S AL TAVOLO CON LA PREMIER MELONI
Secondo quanto raccolto dalle fonti di Palazzo Chigi, si dovrebbero avere incontri bilaterali in serie per il Premier Meloni e i leader delle opposizioni che hanno accettato l’invito della Presidente del Consiglio per il tavolo di oggi 11 agosto 2023, ultimo appuntamento politico di rilievo prima della pausa estiva. Unico partito che non partecipa è Italia Viva di Matteo Renzi, l’indomani dell’annuncio ufficiale di “divorzio” del fu Terzo Polo rilanciato da Carlo Calenda. Ecco qui di seguito le delegazioni presenti oggi a Palazzo Chigi per discutere di salario minimo con la leader FdI (con la probabile presenza del Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo:
– Pd: la segretaria Elly Schlein con la responsabile della segreteria per il lavoro, Maria Cecilia Guerra
– M5s: il Presidente Giuseppe Conte con la coordinatrice del comitato per le politiche del lavoro Nunzia Catalfo
– Azione: il segretario Carlo Calenda con il capogruppo alla Camera Matteo Richetti
– Europa Verde: i portavoce nazionali, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi
– Sinistra Italiana: il segretario Nicola Fratoianni e il capogruppo in Commissione Lavoro alla Camera Franco Mari
– PiùEuropa: il segretario Riccardo Magi e il Presidente Benedetto Della Vedova
COS’È IL SALARIO MINIMO E DI COSA SI DISCUTERÀ
Il salario minimo nient’altro è che la retribuzione “minima” garantita per legge a tutti i lavoratori e le lavoratrici: in Italia per il 97% degli impieghi, il salario minimo è stabilito dai CCNL (contratti collettivi nazionali) siglati dai sindacati. La sinistra, in particolare il M5s di Giuseppe e il Pd di Elly Schlein, propone una soglia minima orario nazionale di 9 euro lordi da imporre per legge.
Il Centrodestra ha già respinto in Parlamento la proposta di Pd-M5s scatenando le polemiche delle opposizioni, tranne Renzi che storicamente non approva la proposta di un salario minimo legale: il Governo punta dritto a rafforzare la contrattazione collettiva rimandando a settembre la discussione in Parlamento delle eventuali altre proposte, rilevando che le direttive Ue in merito che spingono ad un minimo salariale garantito sono già assorbite nel nostro Paese dalla quasi totalità di CCNL coperti da garanzie salariali e di diritti. Il “piano B” del Governo Meloni è quello di concentrarsi più che altro sui circa 160mila lavoratori italiani non coperti dai contratti nazionali, per lo più stagionali e/o a termine: di contro le opposizioni insistono che vi sono almeno 3 milioni di lavoratori che pur essendo coperti dai CCLN, secondo l’Istat, vivono tutt’oggi sottopagati.
COSA HA DETTO GIORGIA MELONI SUL SALARIO MINIMO
Intervenendo a due giorni dal tavolo di lavoro a Palazzo Chigi con le opposizioni, la Premier.Meloni nella diretta social “Gli appunti di Giorgia” ha spiegato nel dettaglio la sua considerazione in merito all’ipotesi di un salario minimo per legge: «Nei prossimi giorni apriremo un confronto con le opposizioni e cercheremo di capire se ci sono i margini per una proposta seria sui salari bassi». Per il Capo del Governo la proposta lanciata dalla sinistra non è accettabile in quanto «L’Italia è considerato un Paese virtuoso perché abbiamo un’altissima percentuale di lavoratori coperti dalla contrattazione collettiva, cioè da contratti di riferimento firmati il 97% da Cgil Cisl e Uil e tutti prevedono anche una retribuzione minima per ogni settore».
Stabilire invece una cifra minima orario di compenso per tutti – che inevitabilmente dovrebbe trovarsi in un mezzo compromesso – chiarisce ancora Meloni, «mi troverei con un salario minimo legale che in molti casi potrebbe ragionevolmente essere molto più basso del minimo contrattuale previsto. Cioè il paradosso è che il salario minimo rischia di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo, peggiorando molto di più i salari rispetto a chi li migliora. Il titolo è accattivante ma rischia di essere controproducente». Con un’ultima sfida alle opposizioni che hanno governato fino allo scorso anno, il Premier attacca «Perché, se il salario minimo legale è la soluzione, i partiti che ora lo chiedono a gran voce non lo hanno introdotto? Probabilmente perché si è consapevoli del fatto che potrebbe non essere una soluzione efficace».
LE REAZIONI DELLE OPPOSIZIONI AGLI “APPUNTI DI GIORGIA”
Le opposizioni hanno tutti accettato l’invito per il tavolo di oggi ma segnando diversi “distinguo” per replicare pubblicamente alla Premier: da Pd di Schlein che contrattacca, «Qual è la strategia di Meloni, convocare l’incontro e poi cercare l’incidente per farlo saltare?», fino al leader grillino Giuseppe Conte «Ribadisce di essere contraria al salario minimo legale, utilizzando argomentazioni infondate e risibili per giustificare questa sua pervicacia. Su tutte, quella in base a cui con il salario minimo si abbasserebbero gli stipendi. Una fake news in piena regola, che dimostra come Meloni non abbia letto neppure una riga della nostra proposta».
Il leader di Azione Carlo Calenda invece critica Pd e M5s invocando toni più dialoganti per ottenere una proposta unitaria più utile a tutti: «Quello che mi aspetto è che si discuta seriamente di un problema che tocca 3,5 milioni di persone che lavorano e non arrivano a fine mese. Per noi il salario minimo è un principio basilare che c’è nella gran parte dei Paesi europei. Io sono favorevole all’abolizione del reddito di cittadinanza per chi può lavorare, ha meno di 40 anni e non ha fragilità, ma ci deve essere una retribuzione congrua». Secondo Bonelli e Fratoianni, leader del cartello elettorale AVS, «Il video di Giorgia Meloni sembra una provocazione. Continuare a sostenere che il salario minimo porterà verso il basso anche gli altri contratti di lavoro significa dire il falso o dimostra che anche la presidente del Consiglio, come molti prima di lei, non ha letto la nostra proposta che invece sostiene e rafforza la contrattazione collettiva».