Inizieranno ufficialmente fra due giorni, giovedì 6 luglio 2023, i saldi estivi 2023. In tutte le regioni d’Italia, a seconda del calendario e della date, al via un lungo periodo di sconti che permetterà di acquistare i prodotti ad un prezzo più basso rispetto a quello normale di listino. Come sempre però, è bene fare attenzione per evitare truffe, e a riguardo l’associazione Consumatori.it ha stilato un decalogo che dovrebbe aiutarvi ad acquistare in maniera coscienziosa. La prima cosa da sapere è che bisogna ricordarsi di conservare lo scontrino visto che i prodotti si possono cambiare, ed in particolare se l’acquisto è difettoso: va obbligatoriamente sostituito dal negoziante.
Secondariamente non devono essere messi in vendita durante i saldi i fondi di magazzino ma realmente prodotti di fine stagione. Terzo, Consumatori.it consiglia di confrontare i prezzi, non fermandosi quindi al primo negozio: “A volte basta un giro in più per evitare l’acquisto sbagliato o per trovare prezzi più bassi”. Altro aspetto importante, è cercare di avere le idee chiare prima di entrare in un negozio di modo da essere meno influenzabili dal negoziante, e inoltre, è bene guardare l’etichetta del capo per capire la qualità del prodotto che si sta per acquistare.
SALDI ESTIVI 2023, REGOLE PER EVITARE FREGATURE: OCCHIO AGLI SCONTI ESAGERATI
Consumatori.it ricorda anche che in vista del saldi estivi 2023 è sempre buona cosa diffidare da sconti esagerati, quindi quelli superiori al 50%, che spesso potrebbero essere gonfiati, ed inoltre, è consigliabile servirsi di negozi di fiducia, dove si ha già comprato in passato e dove si conosce la qualità della merce e i prezzi praticati.
Non acquistare mai prodotti se non è esposto il prezzo vecchio, che deve essere sempre chiaro e leggibile, compreso quello scontato. Ottavo consiglio, provare i capi se possibile e se necessario, diffidando dai negozianti contrari a questa pratica. E’ necessario darsi un budget, di modo da evitare di rimanere senza soldi alla fine dei saldi, e infine, diffidate dai negozianti che non accettano i pagamenti digitali, visto che sono obbligati ad accettarli.