Sale, ridurlo fa bene alla salute

La letteratura scientifica parla chiaro: il sale nel piatto non fa bene. Un pizzico, certo, deve esserci, ma non bisogna esagerare. A confermarlo è una nuova ricerca del Salt Substitute and Stroke Study, pubblicata sul New England Journal of Medicine. Lo studio, effettuato in Cina, ha analizzato gli effetti dell’utilizzo di sale con il 75 per cento di cloruro di sodio e il 25 per cento di cloruro di potassio coinvolgendo, svolgendo fra il 2014 e il 2015 la ricerca su 20.995 abitanti. L’obiettivo dell’istituto era quello sperimentare l’azione combinata di una riduzione nel consumo di sale a base di sodio e di un maggior apporto di potassio.



La ricerca è stata portata avanti su sottogruppi di popolazione: persone con pregresso ictus o pressione arteriosa elevata o età uguale o superiore ai 60 anni. In seguito le persone sono state sottoposte ad un follow-up, ossia ad un controllo nel tempo, di cinque anni. L’incidenza dell’ictus si è abbassata circa del 14 per cento usando il sostituto del sale rispetto al sale normale. Minore anche l’incidenza di malattie cardiovascolari: è calata di circa il 13 per cento. La percentuale di morte prematura è scesa di circa il 12 per cento.



Sale, come sostituirlo: “Aumento dell’assunzione di potassio…”

Sostituire il sale, dunque, può salvare la vita. Chiara Donfrancesco, ricercatrice del Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Endocrino-metaboliche e Invecchiamento presso l’Istituto Superiore di Sanità e responsabile di Studi di monitoraggio del consumo di sale in Italia, ha parlato così al Corriere della Sera: “Oltre a contribuire all’ipertensione e ad aumentare il rischio di malattie cardiache e ictus, l’elevato consumo di sodio (2 grammi al giorno o più, equivalente a 5 g di sale al giorno) è associato ad altre patologie non trasmissibili: tumori dell’apparato digerente, in particolare quelli dello stomaco, osteoporosi e malattie renali“. 



“L’Oms raccomanda agli adulti un consumo di sodio inferiore ai 2 g al giorno, equivalente a 5 g di sale al giorno. Diversi studi hanno dimostrato che un aumento dell’assunzione di potassio, qualora inadeguata, può ridurre la pressione arteriosa e sembra essere associata a un rischio inferiore di ictus. Pertanto l’interesse per il suo consumo attraverso l’alimentazione e il suo potenziale impatto sulla salute pubblica è cresciuto negli ultimi decenni considerata la necessità di azioni economicamente vantaggiose e fattibili per contenere l’epidemia di malattie cardiovascolari. Non a caso, l’Oms raccomanda un adeguato apporto di questo minerale attraverso il consumo di frutta e verdura, principale fonte di potassio in Italia ha spiegato ancora la ricercatrice.