Un ritratto fuori dalle righe di Giorgio Napolitano, ex presidente della Repubblica morto all’età di 98 anni. Alessandro Sallusti, a “Stasera Italia”, ne traccia contorni che si discostano dalla narrazione comune di politici ed esponenti del mondo intellettuale. “Napolitano è un comunista che ha attraversato la democrazia in modo molto ambiguo”, sottolinea il giornalista. A suo dire, “la prima lacuna riguarda la prima vita politica dell’ex presidente, che applaudì e approvò l’invasione dei carrarmati russi in Ungheria. Partecipò con l’assenso alla condanna a morte del presidente ungherese”.
Inoltre, “contribuì a esiliare Solženicyn, il più grande dissidente russo poi insignito del premio nobel. Venne mandato in Siberia con l’applauso di Napolitano. Queste cose non disegnano un sincero democratico”. Nel “secondo periodo” nella sua vita politica, Napolitano, avrebbe abbracciato tendenze più democratiche, influendo però pesantemente nel panorama politico italiano. Sallusti prosegue: “Poi è vero che si smarcò abbastanza velocemente e divenne il primo comunista atlantista. Ma sono testimone oculare su come dal Quirinale abbia influito pesantemente nella vita politica italiana facendo di persona cadere il Governo Berlusconi”.
Sallusti: “Napolitano sostenne Fini nella scissione”
A detta di Alessandro Sallusti, “ci sono testimonianze dirette di come Giorgio Napolitano sostenne Fini in quella scissione che portò alla caduta del Governo Berlusconi. Io frequentavo Arcore e addirittura so l’angoscia del presidente Berlusconi perché alcuni parlamentari erano pressati da Napolitano per lasciare la maggioranza. E già parlava con Monti per insediare il nuovo Governo mentre già ce n’era uno che aveva la maggioranza parlamentare. A mio avviso le ombre prevalgono sulle luci”.
Giorgio Napolitano è morto all’età di 98 anni. Il presidente emerito della Repubblica era ricoverato da quattro mesi in una clinica a Monteverde: le sue condizioni di salute si erano aggravate dopo che nell’ultimo anno aveva superato il decorso di un delicato intervento all’addome eseguito a maggio del 2022 presso l’ospedale Spallanzani di Roma. Il quadro clinico si era aggravato negli ultimi giorni, tanto che i medici nella giornata di martedì 19 settembre avevano preso la decisione di scollegare i macchinari che ne consentivano la respirazione, nonostante il cuore funzionasse ancora regolarmente.