L’approdo di Alessandro Sallusti a “Libero” come nuovo direttore alimenta da giorni ricostruzioni di vario tipo sulle motivazioni che abbiano spinto il giornalista ad abbandonare la guida de Il Giornale. Dagospia, ad esempio, ha motivato l’arrivo di Sallusti accanto a Vittorio Feltri con la volontà dell’editore Angelucci di coltivare un profilo più “governista” per il suo quotidiano.
A spiegare le motivazioni che lo hanno spinto a “tornare a casa” dopo molti anni e a dare delle indicazioni che sarà il nuovo taglio di Libero è stato oggi lo stesso Sallusti. Nel suo primo editoriale da neo-direttore, il giornalista ha spiegato: “Tornare in una casa che hai già abitato e che vent’anni fa hai contribuito ad arredare, al fianco dell’architetto Vittorio Feltri, fa un certo effetto, anche se da allora il mondo è cambiato assai più di quanto sia cambiato in questi travagliati anni lo spirito di Libero e del suo fondatore. Ora l’editore, che ringrazio per avermi scelto come nuovo direttore responsabile, ci sprona a nuove sfide, sia sulla carta che sul web. E lo fa nel momento in cui il paese, grazie ai vaccini e a un governo che sta mantenendo le poche promesse fatte, sta per riprendere la corsa dopo aver inanellato, per via del Covid, giri su giri in regime di safety car, l’auto che nei gran premi entra in pista per rallentare i piloti quando accade un brutto incidente“.
ALESSANDRO SALLUSTI: “RESPONSABILI SI, CONFORMISTI MAI”
Alessandro Sallusti continua: “Quale occasione migliore, quindi, per serrare le fila, immaginare e programmare i prossimi anni di questo giornale che uscito dalla sua spensierata giovinezza si appresta ad entrare nell’età matura, che non vuole dire né paludata né omologata ma consapevole. Consapevole di potere e di dovere avere un ruolo centrale e autorevole nell’informazione dei prossimi mesi e anni. Che saranno anni complicati e decisivi anche per l’area culturale e politica di riferimento dei suoi lettori“.
Sallusti analizza poi lo scenario politico: “Chi vincerà il braccio di ferro tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni per il primato del Centrodestra? Quanto Forza Italia sarà capace di mantenere una centralità utile a tenere insieme la coalizione? La prima risposta a queste domande è semplice: affari loro. Ma la seconda ci riguarda da vicino, perché starà a noi raccontare il travaglio necessario per provare a partorire, dopo dieci e passa anni di gestazione, un nuovo e credibile governo alternativo alla sinistra in salsa grillina che già ha fallito al suo primo, recente, tentativo targato Conte due. Come è nello spirito di questo giornale racconteremo tutto senza censura alcuna perché in puro stile feltriano qui si resiste a tutto meno che alle notizie, ci riserviamo il diritto di critica nei confronti di chiunque e se sarà il caso pure di sberleffo. Ma non vogliamo distruggere nulla: responsabili sì, conformisti mai“.